Il delirio di Salvini che continua a dar la colpa al governo per l’RT in Lombardia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-01-25

Il leader della Lega continua imperterrito ad accusa il ministro della Salute Roberto Speranza. Eppure tutto dimostrerebbe il contrario, l’errore è partito dalla Lombardia.

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Il leader della Lega Matteo Salvini continua a colpevolizzare il governo, e nello specifico il ministro della Salute Roberto Speranza, per aver calcolato male i dati sull’Rt della Lombardia. Numeri che hanno fatto sì che la Regione piombasse in zona rossa. L’ex ministro dell’Interno, a margine di un incontro con alcuni albergatori nella sede Torinese della Lega ha nuovamente puntato il dito contro l’esecutivo: “Qui c’è stato un clamoroso e drammatico errore di calcolo, sulla pelle dei cittadini e non solo in Lombardia, fatto dal ministero della Salute. Quindi spero che Speranza sia ministro ancora per poco.” Eppure il ministro Speranza ha più volte chiarito che i dati vengon forniti dalle Regioni.

Il delirio di Salvini che continua a dar la colpa al governo per l’RT in Lombardia

Una vicenda che negli ultimi giorni ha fatto piombare nell’imbarazzo la Regione, che secondo l’Istituto Superiore si Sanità e secondo il ministero non avrebbe fornito i dati corretti a Roma. Eppure la Lega, che governa la Lombardia con Attilio Fontana, fin da subito ha categoricamente negato questa possibilità, dando prima la colpa al governo (“A Roma devono smetterla di smetterla di calunniare la Lombardia per coprire le proprie mancanze”), poi invece all’algoritmo che elabora i dati.

L’errore invece è un altro: come scritto da Nextquotidiano, la Lombardia avrebbe commesso l’errore di contare tra gli infetti, anche coloro che nel frattempo erano guariti dal virus, con l’inevitabile conseguenza dell’aumento del numero dei contagiati. A far emergere quanto segue, oltre ad alcune mail scambiate tra l’Iss e la Regione, che dimostrano che l’errore è lombardo, c’è anche la testimonianza della sindaca Caterina Molinari, prima cittadina  di Peschiera Borromeo, un paese di 25mila cittadini alle porte di Milano. Già a partire dal 13 gennaio lei – ingegnere Eni – avrebbe notato delle anomalie nella quantificazione dei positivi al virus della propria città, triplicati in sole 24 ore. Aveva segnalato il tutto alle Autorità competenti, senza però essere ascoltata.

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