Quello che Meloni e Salvini non raccontano sulla storia del Milite Ignoto il 2 giugno

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-05-31

La richiesta, arrivata al ministero della Difesa su carta intestata di Fratelli d’Italia e firmata personalmente da Meloni, è stata respinta dal cerimoniale di Palazzo Chigi, dove l’iniziativa dell ’ex ministra è stata accolta con sconcerto e disapprovazione. Ma nel 2019 né lei che Salvini si erano presentati alle celebrazioni

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Giorgia Meloni voleva omaggiare il Milite Ignoto il 2 giugno come fa di solito il presidente della Repubblica e non ha per niente preso bene che la presidenza del Consiglio dei ministri (o, più correttamente, il ministero della Difesa) le abbia detto no.

Giorgia Meloni e il pasticciaccio del Milite Ignoto il 2 giugno

La  fondatrice di Fratelli d’Italia, racconta oggi Il Fatto, avrebbe voluto deporre una corona d’alloro al milite ignoto, in fondo alla scalinata dell’altare della Patria, il monumento iconico di Piazza Venezia nel cuore di Roma. E avrebbe voluto farlo il 2 giugno, il giorno della Festa della Repubblica. Quest’anno infatti non ci sarà la tradizionale parata delle forze militari, per il solito, ovvio motivo di nome Covid. Ci sarà però la manifestazione della destra contro il governo Conte, che vedrà sfilare insieme i tre partiti guidati da Meloni, Salvini e Tajani: FdI, Lega e Forza Italia. Si tratta però di una cerimonia che il 2 giugno spetta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella:

Per questo motivo la richiesta, arrivata al ministero della Difesa su carta intestata di Fratelli d’Italia e firmata personalmente da Meloni, è stata respinta dal cerimoniale di Palazzo Chigi, dove l’iniziativa dell ’ex ministra è stata accolta con sconcerto e disapprovazione. Un confronto non propriamente cordiale che ha spalancato la polemica tra le strutture della presidenza del consiglio (e indirettamente Giuseppe Conte) e la leader di Fratelli d’Italia.

Meloni ieri pomeriggio ha diffuso questo comunicato: “Apprendo dalla STAMPA (il maiuscolo è nel testo originale, ndr) che sarebbe stata rigettata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri la nostra richiesta di deporre, insieme a Salvini e Tajani, una corona di alloro al Milite Ignoto, al termine della manifestazione che abbiamo organizzato per il 2 giugno. Al di là delle ragioni del diniego, che non conosco, è normale che ai giornalisti venga comunicato prima che a noi? Questi i metodi di Palazzo Chigi”.

 giorgia meloni milite ignoto 2 giugno

La risposta ufficiale del ministero della Difesa sarebbe arrivata solo ieri in serata, verso le ore 20, e che il diniego sarebbe stato spiegato con una generica “impossibilità tecnica”. La cerimonia guidata da Meloni era prevista per le 11, due ore dopo quella tradizionale di Sergio Mattarella.

Quando Salvini e Meloni non andavano alle celebrazioni del 2 giugno

C’è da dire che Salvini ha una certa passione per il Milite Ignoto. Nel 2019 è andato ad omaggiare quello ungherese:

In compenso il 2 giugno 2019, quando c’era ancora il governo Lega-M5S, né Salvini né Meloni si erano presentati alla cerimonia del 2 giugno:

Sul palco d’onore non ci sono infatti alcuni generali ex capi di stato maggiore di forza armata (per protesta dopo il taglio alle pensioni d’oro). Assenti anche la leader di FdI Giorgia Meloni e l’ex ministro della Difesa, Ignazio La Russa, per protesta contro la ministra della Difesa Elisabetta Trenta che per le celebrazioni 2019 ha scelto il tema dell’inclusione: «Troppe disattenzioni verso le Forza armate», «no alla sfilata Peace&Love».

Questo l’elenco dei presenti dell’epoca tra i rappresentanti istituzionali:

Questa mattina, il capo dello Stato Sergio Mattarella scortato dai Corazzieri a cavallo ha dato il via ufficiale alle celebrazioni depositando all’Altare della Patria una corona d’allora al Sacello del Milite ignoto. Ad accompagnarlo c’erano la ministra della Difesa e il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli. Presenti anche il premier Conte, i presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico, e il presidente della Corte costituzionale, Giorgio Lattanzi.

Insomma, a volte troppo e a volte niente. Stano, eh?

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