La vendetta di Salvini per la chiusura del centro di Don Biancalani

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-08-28

Il ministro dell’Interno aveva avuto “screzi” con il prete che portava i profughi in piscina. Oggi esulta per la chiusura del suo centro d’accoglienza da parte della prefettura

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Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha pubblicato un post in cui si compiace per la chiusura del centro di accoglienza che don Massimo Biancalani gestisce a Vicofaro (Pistoia) è stato chiuso per disposizione della Prefettura, che con una lettera ha chiesto al parroco di liberare immediatamente i locali dove vivono 12 migranti a seguito dei controlli effettuati nei giorni scorsi da Vigili del fuoco e ASL.

Massimo Biancalani: la vendetta di Salvini e la chiusura del centro di accoglienza

La vendetta mediatica di Salvini fa riferimento a una lunga frequentazione virtuale che ha avuto con il prete di Pistoia. Già nell’agosto 2017 il Capitano pubblicava sulla sua pagina Facebook un post in cui metteva alla berlina Biancalani perché aveva condiviso delle foto in cui si mostravano dei profughi in piscina.

matteo salvini massimo biancalani

All’epoca Salvini lo chiamava anti-leghista, anti-fascista e anti-italiano. Dei 12 ospiti, 7 andranno a Ramini, uno a Marliana e gli altri a casa dello stesso don Biancalani. I richiedenti asilo non ammessi al progetto ma “gravitanti” intorno al centro di Vicofaro, circa un centinaio, rischiano invece di finire in mezzo a una strada.

massimo biancalani matteo salvini

La chiusura del centro di Don Biancalani

Da parte sua Don Biancalani sul suo profilo Facebook non avvalla nessuna lettura complottistica della vicenda ma esorta alla resistenza e a rispondere “colpo su colpo”. L’anno scorso, in agosto, dopo la pubblicazione delle foto dei migranti in piscina, alcune persone di estrema destra avevano cercato di intimorire mentre celebrava la messa ma erano state fischiate dai fedeli.

don massimo biancalani

Quest’anno invece Biancalani aveva pubblicato sul suo profilo Facebook una serie di lettere anonime di minaccia che arrivavano al suo domicilio. Un ospite del suo centro di accoglienza aveva denunciato di essere stato bersaglio di spari.

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