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Romano La Russa: la Procura di Milano apre un’indagine esplorativa sul saluto romano
neXtQuotidiano 22/09/2022
La Procura di Milano ha aperto un’indagine esplorativa sul presunto saluto romano eseguito anche da Romano La Russa durante un funerale
La Procura di Milano ha aperto un’indagine esplorativa sul presunto saluto romano eseguito da Romano La Russa durante il funerale di suo cognato Alberto Stabilini.
L’indagine della Procura sul saluto fascista
Alberto Stabilini era un ex militante del Fronte della Gioventù, del quale è celebrato il funerale lo scorso 19 settembre. Il corteo è passato di fronte alla vecchia sede della Giovine Italia, l’associazione studentesca legata al Movimento sociale italiano. Romano La Russa, fratello di Ignazio e anche lui iscritto al partito Fratelli d’Italia, ha ricevuto il sostegno da parte del partito guidato da Giorgia Meloni che in una nota ha scritto che «non è stato commesso alcun atto illecito, come fior di sentenze di numerosi Tribunali confermano».
Ora, la Procura di Milano ha aperto un fascicolo esplorativo sul presunto saluto romano eseguito da Romano La Russa. Si tratta di indagine iniziale, che al momento non ha alcuna ipotesi di reato né indagati, coordinata dalla Digos della questura di Milano e che dovrà verificare in modo ufficiale che Romano La Russa, fratello di Ignazio La Russa e assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia, abbia effettivamente eseguito il saluto fascista. Romano La Russa ha dichiarato in un’intervista a La Stampa di non aver eseguito il saluto romano ma che il gesto che si vede eseguito nel video diventato virale rappresenterebbe il cosiddetto “presente”, cioè un rito militare. «Il rito del “presente” prevede che si invochi il nome del defunto e che lo si saluti con il braccio alzato. Ma finisce lì, niente a che vedere con il fascismo», ha detto La Russa.
Infine, La Russa ha detto: «Non devo dissociarmi da nulla, visto che non si tratta di saluto fascista ma del rito militare del “presente”. Ripeto, è stato inopportuno, ma era assolutamente in buona fede. Se non lo si capisce, si è in malafede».