«Rom, il bonus alloggi anche ai clandestini»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-04-06

Il Messaggero: fondi europei per la chiusura dei campi destinati pure a chi «non ha permesso di soggiorno o è senza documenti»

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Per l’assegnazione dei fondi stanziati dall’Unione Europea per l’assistenza ai rom e transitati nelle casse del Campidoglio la cittadinanza italiana o il permesso di soggiorno non sono criteri selettivi. Questo dice il capitolato d’appalto per la chiusura del campo della Monachina varato dalla giunta di Virginia Raggi, quello che prevede un “buono affitto” fino a 800 euro per i rom a basso reddito e altri incentivi per aiutare chi abita nelle baracche. Ne parla oggi il Messaggero in un articolo a firma di Lorenzo De Cicco:

«Il possesso della cittadinanza italiana o del permesso di soggiorno – si legge nel capitolato speciale del bando – non costituiranno criteri selettivi», dal momento che il Comune intende «considerare in maniera inclusiva anche quei residenti nell’insediamento/campo per i quali la mancanza di un documento può aver costituito causa di impedimento nell’accesso al sistema dei servizi».

Insomma, potranno essere «beneficiari» degli assegni comunali anche gli stranieri irregolari. Per esempio chi è arrivato in Italia, senza permesso, dalla Bosnia o dalla Serbia. Confermano da Palazzo Senatorio: «Sì, l’inclusione serve anche a regolarizzare».

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I campi rom a Roma e i fondi dell’UE (Il Messaggero, 6 aprile 2018)

È giusto ricordare che i fondi UE sono vincolati, ovvero possono essere spesi soltanto con quell’obiettivo. La Giunta Raggi ha deciso di spenderli con la chiusura di tre insediamenti: il Camping River (420 abitanti),il campo della Barbuta (656 abitanti) e quello della Monachina (115 residenti). Il Camping River avrebbe dovuto essere sgomberato entro settembre 2017 ma alla fine nulla è stato fatto. Per gli altri due si parlava del 2020.

Il maxi-appalto per gestire l’uscita delle famiglie dagli accampamenti, con tanto di incentivi e contributi per l’affitto, dovrebbe essere gestito da organizzazioni esterne. Il Campidoglio, finora, è riuscito a reclutarne una solo per il campo della Barbuta, il lotto della Monachina invece è andato deserto.

Non è servita neanche una seconda procedura negoziata, cioè “a inviti”, lanciata a inizio anno. Nessuna offerta, anche in questo caso. L’Ufficio speciale Rom, a quel punto, ha deciso di provarci per una terza volta, allestendo un’altra trattativa senza gara: la speranza è che stavolta le cose vadano meglio. Ma non ci sono troppe garanzie. La dead-line per presentare un’offerta scade il 16 aprile. Si vedrà.

C’è infine da ricordare che il meccanismo del “bonus affitto” per i Rom non ha funzionato nel finora unico campo “superato” da Roma Capitale. I residenti del Camping River non sono infatti riusciti ad affittare nessun appartamento e quindi non sono riusciti ad uscire dal campo dove rimangono tutt’ora a sette mesi dalla “chiusura”. Gli abitanti del River hanno incontrato insormontabili difficoltà nell’avviare le trattative con le agenzie immobiliari che non hanno voluto affittare gli appartamenti perché non c’erano abbastanza garanzie. Il Comune di Roma si è sostanzialmente disinteressato della cosa: i Rom dovevano reperire autonomamente gli alloggi. C’è da chiedersi quindi in che modo persone senza permesso di soggiorno potranno utilizzare il “bonus affitto” per affittare un appartamento. Risulta poco credibile che un’agenzia immobiliare possa stipulare un contratto d’affitto regolare con dei clandestini. Il richiamo alla “regolarizzazione” quindi è solo un gioco di parole per continuare a nascondere il problema sotto il tappeto. Le procedure per regolarizzare la presenza di stranieri nei campi di Roma sono altre.

Leggi sull’argomento: Il Comune di Roma e la strana storia degli “aiuti” ai nomadi del Camping River

 

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