Il gip respinge l’istanza di scarcerazione, Roberto Fiore “pronto al sacrificio”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-01

Il commento dell’avvocato: “Condannato a morte in un processo politico che ha ripudiato il diritto”

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Il gip respinge l’istanza di scarcerazione per il leader di Forza Nuova, Roberto Fiore, per motivi di salute per i rischi legati ai casi Covid nel carcere di Poggioreale. Dure le reazioni del detenuto che si è detto pronto al sacrificio.

Il gip respinge l’istanza di scarcerazione, Roberto Fiore “pronto al sacrificio”

Fiore si trova nel carcere di Poggioreale a causa dell’assalto alla sede della Cgil dello scorso 9 ottobre durante la manifestazione contro il Green pass a Roma. “Condannato a morte in un processo politico che ha ripudiato il diritto”, scrive il legale di Fiore, Nicola Trisciuoglio, su Facebook.

“Poggioreale è un inferno e si hanno fondati motivi di ritenere che il virus si stia diffondendo a macchia d’olio. Niente riti alternativi, né per lui né per Giuliano Castellino e Luigi Aronica o Salvatore Lubrano, con lui detenuti dopo i fatti del 9 ottobre scorso. Intendiamo polverizzare con un fronte unito di giudizio ordinario le menzognere accuse politicizzate della Procura”, ha detto all’Adnkronos l’avvocato.

“Non importa che i magistrati continuino a rifiutare la mia scarcerazione per la mia salute e che ben venga il mio sacrificio, se questo servirà a salvare anche una sola vita”, ha detto Fiore al suo legale.

La richiesta di scarcerazione era arrivata dopo che un detenuto in cella con lui era risultato positivo e per i rischi legati alle patologie di cui già soffrirebbe. Secondo il leader di Forza Nuova “il virus Covid19 dilaga… il padiglione Venezia adibito a ricovero degli infettati si riempie a dismisura come un Lazzaretto… Un’emergenza cui non si può far fronte se non con provvedimenti clemenziali e di deflazionamento delle carcerazioni…”, riporta il quotidiano Open.

Ma le preoccupazioni di Fiore per la propria salute non hanno convinto il gip che, al contrario, non ritiene che il detenuto corra rischi tali da poter essere scarcerato.

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