Roberto Fico, le Iene e le scuse mai arrivate per la storia della colf in nero della compagna

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-10-23

Oggi che la verità è stata stabilita da un giudice, nessuno sente il bisogno di dare il giusto significato a quella parola che alcuni urlano in coro quando si tratta di attaccare strumentalmente gli avversari politici: o-ne-stà

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Nel maggio 2018 l’avvocato Annalisa Stile, legale di Roberto Fico scriveva alle Iene segnalando che aveva querelato Antonino Monteleone per la storia della colf in nero della compagna Yvonne. Chi querela non ha alcun obbligo di avvertire il querelato ma l’intenzione del querelante evidentemente era quella di far sapere dell’azione giudiziaria i querelati. Nell’ottobre 2019 la querela è stata archiviata dal giudice: non esiste alcuna diffamazione nella vicenda raccontata dalle Iene.

Roberto Fico e le scuse mai arrivate per la storia della colf in nero della compagna

La querela alle Iene venne annunciata in numerosi lanci di agenzia all’epoca. Dell’archiviazione invece il presidente della Camera ha ritenuto di non dover far sapere nulla all’opinione pubblica, nonostante sia la terza carica dello Stato e un esponente del partito della trasparenzaquannocepare. Ieri è andato in onda il servizio di Monteleone in cui Fico ha dovuto rispondere dopo l’archiviazione.

roberto fico colf in nero iene querela - 4

Il presidente della Camera, che sui giornali passa per esponente critico del grillismo e “oppositore” politico di Di Maio, nell’occasione si è dimostrato in perfetta forma e in esatta sintonia con il metodo comunicativo solito dei grillini, che sono gente che prende un’intervista del Tg1 a Jeremy Rifkin che nemmeno li nomina e dicono che l’economista li elogia per le loro norme sul verde. Per tutta l’intervista infatti Fico ha affermato che la sentenza dava ragione a lui perché certificava che non aveva in casa sua nessuna colf in nero. Si tratta in effetti di un misero gioco di parole: le Iene hanno sempre detto che Imma lavorava nella casa della compagna Yvonne. Dobbiamo quindi presumere che l’avvocato Stile si sia rivolta al giudice per smentire un’affermazione che nessuno aveva mai fatto.

Il diritto di cronaca e l’esimente della verità

Monteleone ha raccontato nel servizio che altri esponenti del MoVimento 5 Stelle, messi di fronte all’evidenza dei fatti, hanno ammesso gli errori e si sono scusati: ha citato Di Maio e i lavoratori in nero del padre e Di Battista. Ha anche ricordato che Di Battista aveva parlato del caso di Fico suggerendo al presidente della Camera, nientepopodimenoché terza carica dello Stato, di scusarsi.

roberto fico colf in nero

Fico non ha voluto in alcun modo scusarsi né ammettere responsabilità nonostante abbia palesemente detto il falso nella prima intervista rilasciata a Monteleone in cui negava che Imma fosse pagata per lavorare da Yvonne e invece sostenuto che si scambiasse favori con la sua compagna. La compagna diede all’epoca dei “maiali” a chi aveva raccontato la storia e si paragonava ai giganti.

yvonne de rosa roberto fico

Oggi sono tutti spariti. Peccato. Perché la verità è che il servizio delle Iene ha raccontato la verità sulla vicenda che coinvolge la terza (oh, la terza!) carica dello Stato. E oggi che la verità è stata stabilita da un giudice, nessuno dei protagonisti della storia sente il bisogno di dare il giusto significato a quella parola che alcuni urlano in coro quando si tratta di attaccare strumentalmente gli avversari politici: o-ne-stà.

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