Roberto Bargilli: l'autista Billy diventato assessore che avvisò Russo di non chiamare Tiziano Renzi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-03-04

Le tante, troppe fughe di notizie nell’inchiesta Consip che hanno fermato le indagini su Russo e Romeo. La telefonata che avverte l’imprenditore di non contattare più il “babbo”. E lo strano incontro all’aeroporto di Fiumicino

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Si chiama Roberto Bargilli ma al tempo delle prime primarie a cui partecipò Matteo Renzi divenne famoso come l’autista del camper con la scritta “Adesso” che portò in giro per l’Italia l’allora sindaco di Firenze. Oggi è assessore a Rignano con Daniele Lorenzini, sindaco della cittadina e medico personale di Matteo Renzi. E ora il suo nome spunta anche nell’inchiesta Consip. 

Roberto Bargilli: l’autista Billy diventato assessore

L’assessore Bargilli, anche sassofonista della band “Billy and Friends”, viene intercettato mentre telefona a Carlo Russo, il cui cellulare è sotto controllo. È il 7 dicembre 2016, Matteo Renzi ha annunciato da qualche giorno le dimissioni in seguito alla sconfitta al referendum.  Renzi padre, racconta Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera, diventa ancora più prudente e circospetto del solito nei suoi movimenti e nelle sue conversazioni. Le fughe di notizie sull’indagine — già avvenute con le soffiate sulle microspie negli uffici della Consip, che nell’ipotesi investigativa sono passate proprio dal governo, attraverso l’allora sottosegretario Luca Lotti — si allargano all’intercettazione appena disposta sul suo telefono. Il Fatto Quotidiano riporta la trascrizione della telefonata tra Billy e Russo:
Bargilli: Sono Billy, l’autista del camper di Matteo.
Russo: Grande!
B:Ciao ciao.
R: Come stai?
B: Scusami, molto bene grazie, scusami, ti telefonavo…
R: Ma che scherzi.
B: Per conto di babbo…
R: Sì.
B: Mi ha detto di dirti di non chiamarlo e non mandargli messaggi.
R: Ok ok.
B: Ok mh.
R: Va bene va bene.
B: E… ok?
R: Va bene va bene.
B: Saluti buona serata a tutti.
R: Ciao grazie ciao.
roberto bargilli billy
È interessante che mentre Billy spiega a Russo di non telefonare a “babbo” Renzi, il telefono di Tiziano era stato messo sotto controllo da due giorni. Se la telefonata di Billy arriva in conseguenza dell’azione dei magistrati, ci troviamo davanti a una fuga di notizie che ha del clamoroso e che coinvolge alti livelli dell’investigazione. Il telefono è stato messo sotto controllo  su richiesta del pm di Napoli Henry John Woodcock che coordinava le indagini dei carabinieri Noe e della Tributaria della Guardia di Finanza. E proprio ieri il sindaco di Rignano è stato sentito dai pubblici ministeri come persona informata dei fatti proprio per avere informazioni su Bargilli.

Una fuga di notizie tira l’altra

Ecco quindi che si va a delineare un quadro in cui le indagini vengono sempre vanificate dalle fughe di notizie, vere o presunte. Racconta Marco Lillo sul Fatto Quotidiano:

LA SOFFIATA del 7 dicembre veicolata da Billy è almeno la quinta.Dopo le quattro fughe di notizie veicolate da Luca Lotti, Filippo Vannoni, Emanuele Saltalamacchia e Tullio Del Sette, secondo le dichiarazioni dell’Ad di Consip Luigi Marroni. Però è la più puntuale, mirata e devastante. Difficile spiegare anche questa storia con le coincidenze. Proprio quel giorno Tiziano Renzi, di prima mattina, parte con la sua Volkswagen Tuareg da Rignano sull’Arno e punta dritto all’aeroporto di Roma Fiumicino. Non sa di essere pedinato. Entra nello scalo per incontrare una persona misteriosa che arriva a piedi da un’area non accessibile facilmente dell ’aeroporto.
Tiziano parla con questo personaggio vestito sportivo ma con eleganza, una sciarpa vezzosa intorno al collo, un paio di occhiali da sole da aviere. Avrà una quarantina di anni. Parla con Tiziano per 40 minuti. Poi lui torna nell’area riservata dello scalo e i militari non possono seguirlo. Tiziano Renzi risale in auto e torna a Rignano. Poche ore dopo arriva a Carlo Russo la telefonata di Billy l’autista che lo mette in guardia. Gli investigatori sospettano fortemente che la scelta di scendere a Roma percorrendo 600 chilometri da solo, per incontrare una sola persona e parlare fitto fitto per 40 minuti, è un comportamento difficilmente spiegabile.

tiziano renzi carlo russo
Carlo Russo

Intanto ieri il padre dell’ex segretario Pd è stato interrogato a piazzale Clodio dal procuratore aggiunto Paolo Ielo (Roma) e dal sostituto Celeste Carrano (Napoli). Il suo difensore Federico Bagattini ha dichiarato che il “dottor Renzi ha risposto a tutte le domande” precisando di “non aver avuto alcun ruolo in questa vicenda”. “Mai conosciuto né incontrato Alfredo Romeo – ha aggiunto – il mio assistito ha escluso di essere mai stato in Consip e di conoscere Denis Verdini”. Rispondendo a domande dei pm sui rapporti “con tutte le persone coinvolte nell’inchiesta”, il padre di Matto Renzi, sono parole del suo difensore, ha sottolineato di essere legato all’imprenditore farmaceutico Carlo Russo anche da una frequentazione di carattere religioso. In relazione alle dichiarazioni del commercialista napoletano Alfredo Mazzei circa un incontro riservato tra Romeo e Tiziano Renzi in un ristorante, l’avvocato Bagattini ha tagliato corto: “Nessun incontro in bettole”, mentre sono “da valutare dal punto di vista della loro complessiva verosimiglianza le dichiarazioni dell’ad di Consip Luigi Marroni” in merito a presunte pressioni ricevute dal padre dell’ex premier per assecondare le aspettative di Carlo Russo, quest’ultimo legato a Romeo. Marroni, secondo quanto riportato dall’Espresso, avrebbe detto ai pm: “Carlo Russo mi ha chiesto di intervenire sui commissari di gara per conto del babbo di Matteo” e di Verdini che erano “arbitri’ del mio destino professionale”. In sostanza dice di aver subito un “ricatto” da Russo, che gli era stato presentato dallo stesso Renzi senior. Durante l’interrogatorio di Tiziano Renzi, ha spiegato poi l’avvocato Bagattini, non sono state fatte nuove contestazioni.

Leggi sull’argomento: Perché Luca Lotti non ha ancora spiegato niente sulla Consip

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