Emilia-Romagna, la prima proiezione SWG: Bonaccini 48-52, Borgonzoni 40-44

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-26

I I primi risultati per l’Emlia Romagna di SWG danno una netta vittoria per il governatore uscente Stefano Bonaccini

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Il secondo exit poll di Opinio per la RAI in Emilia-Romagna dà in testa Stefano Bonaccini (48-52) su Lucia Borgonzoni (43-47), mentre il candidato M5S Benini è tra 2 e 5.  Il secondo exit poll del consorzio opinio per la Rai dà il candidato Jole Santelli, sostenuta da tutto il centrodestra tra il 49 e il 53%. Pippo Callipo per il centrosinistra tra il 31% e il 33%. Carlo Tansi (lista civica) tra il 7 e l’11%; Francesco Aiello (M5S) è in una forchetta tra il 5% e il 9%.

exit poll opinio rai

Questi invece sono i primi risultati di SWG, che danno una netta vittoria per il governatore uscente. La proiezione flash realizzata da Swg per La7 su un campione del 3% dà Stefano Bonaccini sostenuto dal centrosinistra tra il 48,6% e il 52,6% e Lucia Borgonzoni, sostenuta dall’alleanza di centrodestra, tra il 40% e il 44%.

risultati elezioni regionali emilia-romagna

Il secondo exit poll del consorzio Opinio per la Rai dà Stefano Bonaccini sostenuto dal centrosinistra tra il 48% e il 52%; Lucia Borgonzoni, sostenuta dall’alleanza di centrodestra, tra il 43% e il 47 per cento; Simone Benini (M5S)in una forchetta tra 2% e il 5%. L’intention poll Tecnè per Mediaset su Emilia-Romagna dà Bonaccini (CSX) 48-52, Borgonzoni (CDX) 42-46, Benini (M5S) 2-6. Secondo il secondo exit-poll del Consorzio Opinio Italia per Rai, il candidato del Movimento 5 Stelle in Emilia Romagna, Simone Benini, è al 2-5%. In Calabria il frontman dei grillini, Francesco Aiello, si attesta per ora tra il 5 e il 9%. Alle precedenti elezioni del 2014, i 5 Stelle ottennero il 13,3%, mentre in Calabria i pentastellati incassarono il 4,97% delle preferenze. La seconda proiezione (copertura dei seggi 8%) Swg dà Stefano Bonaccini al 51.8 % mentre la Borgonzoni rimane ancora più indietro al 41.5.

risultati emilia romagna bonaccini 51.8

La seconda proiezione Swg per l’Emilia Romagna, con una copertura dell’8%, assegna a Bonaccini il 51,8% dei voti e a Borgonzoni il 41,5% dei voti. La Lega si ferma al 31%, superata di pochissimo per ora dal Partito Democratico. La lista Bonaccini Presidente prende il quadruplo di quelli per Borgonzoni.

risultati emilia romagna borgonzoni 41.5

La prima proiezione Opinio per Rai – Emilia Romagna con copertura campione del 6% dà risultati meno netti: Bonaccini (CSX) 48,2%, Borgonzoni (CDX) 45,9%, Simone Benini (M5S) 4,3%, Laura Bergamini (PC) 0,5%. In Calabria Jole Santelli è al 53,2%, Filippo Callipo al 30,7%, Carlo Tansi all’8,3%, Francesco Aiello al 7,8% secondo la prima proiezione di Swg per la7 sui candidati presidente alla guida della Calabria.

Chi è Stefano Bonaccini

Nella sua lunga carriera politica Bonaccini è stato assessore in Comune a Modena, poi segretario nella sua città dei Ds, prima di guidare il Pd in Emilia-Romagna. E’ stato eletto per la prima volta nel novembre 2014, con una larga maggioranza sullo sfidante di allora, l’attuale sindaco leghista di Ferrara Alan Fabbri, ma con un’affluenza al voto bassissima, circa il 37%. Si trattava delle consultazione che hanno fatto seguito alle dimissioni di Vasco Errani, causate da una vicenda giudiziaria poi conclusasi con una piena assoluzione. Nel suo mandato da presidente, Bonaccini si vanta di aver visitato ogni singolo comune dell’Emilia-Romagna e ha cercato di mantenere la campagna elettorale sui temi locali, tenendosi alla larga dai leader nazionali, con qualche rara eccezione per il segretario Pd Nicola Zingaretti.

Ha incentrato la sua corsa sul riconoscimento dei risultati raggiunti su temi come la sanità, il lavoro e l’economia, affermando che se l’Italia fosse come l’Emilia-Romagna sarebbe un posto migliore. Fra le sue proposte per la regione c’è un investimento per rendere gratuiti e accessibili per tutti gli asili nido e il trasporto per gli studenti. In questi anni, anche se concentrato sul governo locale, non è stato avulso dal dibattito interno al Pd e al centrosinistra: allievo della scuola Pci, prima si è avvicinato a Renzi, per poi prenderne le distanze sostenendo, alle ultime primarie, l’attuale segretario Zingaretti. La sua campagna elettorale è stata un tour de force, cercando di raggiungere più luoghi possibile. I suoi avversari lo hanno accusato di nascondere il simbolo del Pd. Lui si è giustificato sostenendo che, essendo candidato per una coalizione, non poteva utilizzare il simbolo di un solo partito nei manifesti.

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