I primi effetti della richiesta di Putin di pagare il gas solo in rubli | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-23

Il presidente russo ha mosso la sua pedina sulla scacchiera. E gli effetti di quello che sembrava essere un controsenso sono già visibili

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In molti si stavano interrogando sulla reale consistenza della mossa richiesta – anzi, ordinata – oggi da Vladimir Putin a Gazprom: non accettare più pagamenti per il gas in euro o dollari, ma solamente in rubli (la moneta di Stato russa). Sembrava essere un controsenso visto il deprezzamento della valuta dopo le prime sanzioni e l’inizio del declino del potere d’acquisto (almeno all’estero) da parte di Mosca. In realtà, la scacchiera del Cremlino ha già mostrato uno dei primi effetti di questa indicazione che, di fatto, sta già penalizzando tutti i “clienti” stranieri che si riforniscono proprio dalla Russia.

Putin, gli effetti della richiesta di pagamento del gas di Gazprom solo in rubli

Nel suo messaggio, Vladimir Putin ha ordinato a Gazprom di non accettare più pagamenti in euro e dollari dai Paesi considerati “ostili”. Un elenco all’interno del quale è presente, tra i tanti, anche l’Italia. Solo rubli, solo la valuta in circolazione in Russia che da settimane ha perso di valore anche se negli ultimi giorni è tornata a risalire dopo il picco al ribasso registrato in concomitanza con l’inizio dell’invasione dell’Ucraina, della guerra e delle sanzioni da parte dell’Unione Europea e degli Stati Uniti.

Ma a mostrare il nervo colpito dalla mossa strategica di Vladimir Putin è stato proprio il Presidente del Consiglio italiano nel corso delle sue comunicazioni al Senato in vista del Consiglio Europeo (oltre all’assemblea straordinaria della Nato e al vertice del G7) che si terrà domani a Bruxelles:

“La richiesta di Mosca di pagare il gas in rubli ha fatto salire il prezzo di 15 euro/MWh”.

Oscillazioni di mercato registrate, in particolare, alla Borsa di Amsterdam che ha visto crescere il prezzo per quel che riguarda il comparto dei “contratti futures del gas TTF”. I mercati, dunque, hanno reagito esattamente come previsto dal numero uno del Cremlino. E quella che, solo all’apparenza, sembrava essere un autogol per via della svalutazione del rublo, rischia di rappresentare la principale contro-sanzione (economica) della Russia nei confronti dell’Occidente.

(Foto IPP/Sergey Mamontov)

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