Attualità
La riapertura delle scuole a macchia di leopardo?
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-08-19
Non tutti gli studenti potrebbero tornare in classe il 14 settembre. Si sta valutando la possibilità di riaprire le scuole a macchia di leopardo, in modo diverso nei vari territori, a seconda dell’andamento dell’indice Rt, che misura il tasso di contagiosità
Mentre il ministero della Pubblica Istruzione e il comitato tecnico scientifico lavorano al protocollo e alle linee guida per la scuola, La Stampa scrive oggi che la riapertura degli istituti potrebbe avvenire a macchia di leopardo:
Non tutti gli studenti potrebbero tornare in classe il 14 settembre. Si sta valutando la possibilità di riaprire le scuole a macchia di leopardo, in modo diverso nei vari territori, a seconda dell’andamento dell’indice Rt, che misura il tasso di contagiosità. Il 29 agosto, due settimane prima dell’inizio dell’anno scolastico, il Comitato tecnico scientifico analizzerà i dati epidemiologici per fare un bilancio regione per regione e decidere in quale zone posticipare le lezioni in presenza e riattivare la didattica a distanza. Il Cts si riunisce anche oggi per fare il punto sull’uso delle mascherine a scuola, chiarire le linee guida sui casi di eventuali positivi nelle aule e definire come affrontare gli spostamenti degli alunni e del personale sui mezzi pubblici. Sul tavolo un possibile ampliamento della lista dei Paesi i cui viaggiatori sono soggetti a tampone all’arrivo. Chi torna da Francia, Bangladesh e da alcuni Stati dell’Europa orientale potrebbe dover fare il test in aeroporto o nei drive-in.
La scuola però è il tema che allarma milioni di famiglie e sul quale il governo teme una ricaduta elettorale negativa nelle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre. Il Cts oggi ribadirà che le mascherine sono da considerare una misura emergenziale perché il distanziamento fisico, inteso come distanza minima di un metro tra i ragazzi, rimane uno dei punti più importanti nella prevenzione. Tuttavia, spiegano gli scienziati, laddove «non sia possibile, verrà utilizzata la mascherina». Si tratterà comunque di episodi eccezionali. Cosa succederà se uno studente o un professore dovesse avere una febbre superiore a 37,5° mentre si trova nella struttura? Il protocollo preparato dall’Iss prevede una sala Covid: un locale interno ad ogni istituto che dovrà essere predisposto da ogni preside per l’accoglienza dei casi con sintomi. Alle scuole si chiede di identificare i referenti per il coronavirus, un modo per andare incontro ai dirigenti sul profilo della responsabilità penale. Quando si verificherà un alunno sintomatico sarà il docente ad avvisare il responsabile che avvertirà i genitori.
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