Fatti
Il governo vuole uno sconto di sei miliardi dall'Europa
Alessandro D'Amato 15/09/2014
Le strategie dell’esecutivo per allargare il bonus alle famiglie e tagliare l’Irap. Ma a Bruxelles fanno orecchie da mercante
Uno sconto da sei miliardi sui conti. Questo chiede il governo Renzi all’Europa per allargare il bonus alle famiglie e tagliare l’Irap secondo il Corriere della Sera, che torna così sul tema della flessibilità degli impegni con l’Ue senza però parlare della sfida al fiscal compact con cui ha aperto Repubblica ieri. I conti del quotidiano:
La seconda tappa è la presentazione della legge di Stabilità entro il 15 ottobre. A questo punto, alla luce di quanto emerso dall’Ecofin, il governo procederà per la sua strada avendo come faro solo la regola del 3%. Vediamo come. Dal lato delle spese servono con certezza 10 miliardi per confermare il bonus, 3 miliardi per coprire la clausola Letta, 6-7 per impegni presi e spese indifferibili. Un totale dicirca 20 miliardi.
Il Corriere poi parla di 0,1% del Pil a proposito della cifra di sei miliardi, sbagliando per difetto.
Dal lato delle coperture si prevedono tagli da 13 miliardi per attuare la seconda fase della spending review, più 3 previsti dal decreto Irpef, un incasso di 1-1,5 miliardi di maggiore Ivasui pagamenti della P.a., 2-3 miliardi dalla lotta all’evasione, 1,5 miliardi per l’aggiornamento del Pil, per un totale di 20-22 miliardi. Se il governo dovesse rispettare i termini del Patto, dovrebbe ridurre il disavanzo strutturale dello 0,5% del Pil mettendo in conto altri 7,5 miliardi. Ma la scommessa del governo Renzi è poter ottenere uno sconto allo 0,1% del Pil, pari a un risparmio di 6 miliardi. Gli stessi che servirebbero per allargare il bonus alle famiglie numerose e ampliare il taglio dell’Irap.
Chiaro è che questa strategia è opposta rispetto a quella disegnata ieri. Secondo Repubblica, infatti, la legge di Stabilità del governo non rispetterà la regola del pareggio di bilancio strutturale e non presenterà una manovra per ridurre deficit e debito:
Il governo Renzi e gli interpreti più ortodossi del Fiscal Compact nella Commissione Ue, nella Banca centrale europea, a Berlino, Helsinki o Vienna sono in disaccordo come prima. Ma ora si capisce meglio ciò che su questa base sta per accedere,e le potenziali conseguenze:senza chiedere prima il permesso, l’Italia tra quattro settimane presenterà una Legge di stabilità fuori linea rispetto alle prescrizioni del Fiscal Compact europeo. L’impianto della manovra finanziaria non mirerà a rispettare il cosiddetto obiettivo europeo “di medio periodo”,il pareggio di bilancio calcolato al netto delle fluttuazioni dell’economia. In altri termini,l’intervento sui conti delloStato del 2015 non ridurrà sostanzialmente il deficit e non cercherà di far scendere il debito. A margine dell’Ecofin ieri aMilano, è emerso che Renzi intende prendersi lo spazio di “flessibilità” che ha sempre chiesto, senza prima vederlo riconosciuto