Così l'UE torna a fregare Renzi su flessibilità e migranti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-02-01

Il soldi alla Turchia arriveranno subito, ma per la clausola di flessibilità dell’Italia si deciderà solo in primavera e con gli scontrini delle spese. Parità di condizioni?

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Durante l’ultimo incontro tra Matteo Renzi e Angela Merkel si era parlato della clausola di flessibilità finora considerata più a rischio, lo 0,2% legato all’emergenza migranti e sicurezza. Scrive proprio oggi il Corriere: «L’Italia si è detta pronta a fare la sua parte per i 3 miliardi di euro che Bruxelles darà alla Turchia con l’obiettivo di fermare le partenze dei rifugiati verso l’Europa. Verseremo i 231 milioni di nostra competenza ma a patto che questi non vengano conteggiati nel deficit. L’accordo pare fatto. E sembra difficile che la stessa regola non valga per le altre spese che in questi mesi l’Italia sta sostenendo alla voce migranti e sicurezza».

Così l’UE torna a fregare Renzi sulla flessibilità

L’UE oggi ha confermato che gli eventuali contributi degli Stati al fondo da tre miliardi di euro per la gestione dei migranti in Turchia non saranno inseriti nel calcolo del deficit e del debito nazionali, come ha chiarito il portavoce della Commissione europea, Margritis Schinas, ricordando che “in una nota a pie’ di pagina” dell’accordo raggiunto dai leader di Stato e di governo a fine 2015, si stabilisce che “i contributi nazionali al fondo non saranno considerati nel computo del deficit” che si effettua solitamente nell’ambito del rispetto delle regole del patto di Stabilità e crescita. Ma sulla clausola di flessibilità per i migranti il portavoce della Commissione non è stato altrettanto chiaro, anzi:

La Commissione Ue valuterà se accordare all’Italia la flessibilità per le spese per i migranti “in primavera”, e la valutazione si farà “caso per caso ed ex post sulla base di spese fatte”: così un portavoce della Commissione Ue risponde a chi gli chiede se Bruxelles risponderà questa settimana, come auspicato dal premier Renzi dopo l’incontro con la Merkel, alla richiesta di flessibilità sui migranti.

Insomma, la UE annuncia che la decisione sull’Italia sarà presa da mesi e sarà sulla base delle spese fatte. Parità di condizioni?

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