Politica

Renzi all’attacco su giovani e reddito di cittadinanza, ma finisce con l’hashtag sbagliato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-07-31

Matteo Renzi ha attirato su di sé l’odio dei social per alcune parole sui giovani e il reddito di cittadinanza. Il senatore di Scandicci vorrebbe abolire il sussidio perché scoraggia le nuove leve dal “soffrire” e dal “mettersi in gioco”

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L’abolizione del reddito di cittadinanza è rimasto un pallino per Matteo Renzi: il leader di Italia Viva è tornato a parlarne oggi, rilanciato dai canali social del partito, in occasione di un incontro per la promozione del suo ultimo libro. L’appello a far partire una raccolta firme per l’eliminazione del sussidio è – per il senatore di Scandicci – “una operazione educativa e culturale”. Rivolgendosi ai giovani, Renzi li ha invitati a “mettersi in gioco”, a “rischiare”, a “studiare” e a “provarci”. Cose che – secondo lui – sono state messe in discussione dall’introduzione del reddito di cittadinanza, che invece li incoraggerebbe a “stare a casa” e “arrotondare lo stipendio con un lavoro in nero”.

Peraltro c’è chi fa notare come un referendum abrogativo sia irrealizzabile in quanto la legge prevede che “non può essere depositata richiesta di referendum nell’anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l’elezione di una delle Camere medesime”. Le parole pronunciate e rilanciate dai canali di Italia Viva gli sono valse un’ondata di odio sui social, con in trending un hashtag che contiene un insulto nei suoi confronti. In particolare non è piaciuto il concetto che la gente debba “soffrire, rischiare, provare, correre, sudare, perché i nostri nonni hanno fatto l’Italia spaccandosi la schiena”.

Queste affermazioni sono esplose quando sono entrate in contrasto con alcune fotografie che mostrano l’ex premier in vacanza in yacht. L’ira social è montata nei suoi confronti: “I giovani devono tornare a spaccarsi la schiena ma con lauree, master, certificati di lingue il massimo a cui puoi aspirare è uno stage a 400 euro in città in cui l’affitto costa 600”, fanno notare diversi utenti. È come il riaprirsi della diatriba che aveva animato le cronache a ridosso dell’estate, quando gli imprenditori balneari lamentavano la carenza di personale tra i più giovani perché scoraggiati dal lavorare avendo a disposizione il reddito di cittadinanza. La risposta delle nuove generazioni fu molto simile: stigmatizzare il precariato delle condizioni di lavoro offerte da quel particolare settore e far notare quanto bassi fossero i salari.

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