Fatti
Renzi blinda l'indagato Castiglione
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2015-06-06
“Noi siamo sempre dalla parte della giustizia e non dal giustizialismo. Nel governo ci sono cinque sottosegretari con avvisi di garanzia, anche qualcuno del Pd. Siccome credo nella Costituzione e ho giurato sulla Costituzione, per me un cittadino e’ innocente finche’ non viene provato il contrario”. Così il premier e segretario Pd, Matteo Renzi, a […]
“Noi siamo sempre dalla parte della giustizia e non dal giustizialismo. Nel governo ci sono cinque sottosegretari con avvisi di garanzia, anche qualcuno del Pd. Siccome credo nella Costituzione e ho giurato sulla Costituzione, per me un cittadino e’ innocente finche’ non viene provato il contrario”. Così il premier e segretario Pd, Matteo Renzi, a RepIdee, rispondendo a una domanda sul sottosegratario Ncd Giuseppe Castiglione di cui le opposizioni chiedono le dimissioni per la vicenda degli immigrati del Cara di Mineo collegata alle indagini su Mafia Capitale. “questo e’ il discrimine tra giustizia e giustizialismo- aggiunge- non saro’ mai dalla parte di chi dice che un avviso di garanzia basta per chiedere dimissioni”. – “Io ho anche un padre indagato qui a Genova- aggiunge Renzi- e lo dico perche’ se dovessi ragionare di avvisi di garanzia, dovrei dire che i miei figlio non dovrebbero piu’ vedere il nonno. Invece sono passato 8 mesi e la procura di Genova ha prosciolto”. “Io trovo indecente- conclude Renzi- che per 20 anni bastava avviso di garanzia” per far dimettere qualcuno, “o ho giurato sulla costituzione che prevede una presunzione di innocenza a meno che non ci siano evidenti motivi di opportunita’ per me si rispetta il principio di diritto”.
RENZI BLINDA L’INDAGATO CASTIGLIONE
Le dimissioni del sottosegretario Giuseppe Castiglione non sono, quindi, sul tavolo, “siamo garantisti”, ricordano i renziani che lasciano ad Angelino Alfano la decisione di chiedere, per motivi politici, il passo indietro al suo sottosegretario. Dopo la vittoria in Campania, oggi Renzi ha incontrato, per poco più di un’ora, Vincenzo De Luca a Palazzo Chigi. Al centro del colloquio, a quanto si apprende da fonti parlamentari, la giunta che l’ex sindaco di Salerno ha in mente. In particolare la figura del vicepresidente che, quando De Luca sarà sospeso per effetto della legge Severino, reggerà la Campania. Il premier chiede un profilo alto e innovatore che dimostri la volontà del Pd di affrontare problemi vecchi e nuovi della regione. “Lo sport del momento – spiegano ai vertici del partito – è prendersela con il Pd, ma in questa storia di Mafia Capitale c’è dentro la destra, non noi. Si parla del Pd e non di Alemanno. E’ la stessa storia delle elezioni: tutti a dare addosso al Pd, ma magari ‘perdere’ sempre 5 a 2 quando si sa che ogni governo va male alle elezioni di medio termine”. Renzi, quindi, non chiederà nè le dimissioni di Marino nè quelle del sottosegretario all’Agricoltura. “Altro discorso è se, per l’immagine di Ncd, Alfano vuole intervenire su Castiglione“, spiegano ambienti di governo. Nessun cedimento, dunque, a chi vuole fare di tutta l’erba un fascio. Ma tutti al Pd sanno che l’inchiesta romana è ramificata e potrebbe non essere ancora finita. Ed entro luglio il prefetto di Roma Franco Gabrielli potrebbe pronunciarsi su un eventuale scioglimento del consiglio comunale capitolino per infiltrazioni mafiose.