L’allarme del CTS: «Le Regioni ignorano le linee guida COVID»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-15

Il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Agostino Miozzo: spiagge affollate e assembramenti della movida, cosa resta delle linee guida?

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Il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Agostino Miozzo rilascia oggi un’intervista al Messaggero in cui punta il dito sulle Regioni perché ignorano le linee-guida del CTS su COVID-19. «Mi faccia parlare da comune cittadino: si sta dimostrando che la modifica del titolo V della Costituzione, quando si deve affrontare un’emergenza nazionale, ha molti, molti limiti». Come dire: l’autonomia delle Regioni funziona fino a quando non c’è una minaccia straordinaria che interessa tutto il paese. «Se devo parlare da coordinatore del Cts – corre a precisare Miozzo – dico che il dialogo con le Regioni prosegue, non va tutto male, penso ai risultati importanti sulla capacità di individuare i focolai e tracciare i contatti dei positivi. All’inizio questo
non c’era».

Dottore, mentre l’epidemia macina nuovi casi ogni giorno, le Regioni con le varie ordinanze vanno in ordine sparso, non di rado con scelte differenti da quelle indicate dalle vostre linee guida. Siete preoccupati?
«Diciamo che è un elemento di preoccupazione se le Regioni vanno contro i pilastri fondanti delle politiche che abbiamo immaginato contro il coronavirus, come mascherine, distanziamento, igiene. Sono pilastri assolutamente validi e non sostituibili».

Le Regioni hanno riaperto le discoteche, ad eccezione di quelle in luoghi chiusi. Ma come si garantisce il distanziamento?
«Questo è il punto. Spero che le autorità politiche e locali si prendano le responsabilità perché ci sia sorveglianza prevista dalla norma. Sicuramente è uno degli ambiti associati alla famosa movida di grande preoccupazione».

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Voi avevate date indicazioni differenti.
«Esattamente, noi abbiamo dato delle linee generali importanti. Capisco che possa diventare difficile mantenere alta la sorveglianza e la tensioni in quelle aree dell’Italia in cui si ritiene che l’epidemia sia meno grave. Ma per noi il paese è uno, anche perché la mobilità interna, da regione a regione, è comunque importante, significativa, soprattutto nel periodo estivo. La nostra funzione è anche quella di prevedere che durante le ferie estive ci saranno spostamenti da regioni che hanno alta circolazione del virus a regioni in cui è bassa. Per questo la vigilanza è importante».

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