La mossa dei «Poteri Forti» su RCS

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-05-16

Arriva la contro-OPA di Bonomi: i vecchi azionisti si schierano. E lo fanno per fermare Cairo: un segno di declino abbastanza evidente. Mediobanca aveva negato di sapere di nuove offerte su RCS, oggi si scopre che è advisor dell’OPA di Bonomi

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I soci di Rcs, Diego Della Valle (7,32%), Mediobanca (6,25%), UnipolSai (4,59%) e Pirelli (4,43%) hanno raggiunto un accordo con Investindustrial, società di Andrea C. Bonomi, su un progetto di rafforzamento e sviluppo del gruppo editoriale. I soci Rcs si sono impegnati ad apportare le proprie azioni, pari al 22,6% del capitale di Rcs, in una newco che lancerà un’Opa volontaria sul residuo 77,4% ad un prezzo di 0,70 euro per azione. Il prezzo, offerto per cassa, incorpora un premio del 68,4% rispetto al corso di borsa del 7 aprile scorso, data antecedente l’annuncio dell’Ops promossa da Cairo Communication, e del 17,0% rispetto a quello di chiusura di venerdì 13 maggio 2016.

RCS, ecco a voi la contro-OPA di Bonomi

NewCo non avrà debiti finanziari e farà fronte all’esborso per l’Opa mediante mezzi propri messi a disposizione da Investindustrial e dai soci Rcs che a valle dell’operazione possiederanno rispettivamente il 45% e il 55%. Quest’ultima quota sarà detenuta paritariamente in misura del 13,75% dai soci Rcs. I soci intendono dare un rapido impulso alla crescita e allo sviluppo di Rcs e si sono sin d’ora impegnati a dotare NewCo di ulteriori risorse finanziarie per sottoscrivere la quota di propria competenza di eventuali aumenti di capitale di Rcs, di massimi 150 milioni di euro, al fine di consentire la creazione di uno dei principali gruppi multimediali di portata internazionale. Mediobanca svolge il ruolo di advisor finanziario nell’ambito dell’operazione. I soci Della Valle, Mediobanca, Pirelli e Unipol si sono impegnati ad apportare le proprie azioni, pari complessivamente il 22,6% del capitale di Rcs, in una società di nuova costituzione che lancerà un’Opa volontaria sul residuo 77,4% a un prezzo di 0,7 euro per azione. I soci di Rcs, si legge ancora, “intendono dare un rapido impulso alla crescita e allo sviluppo” del gruppo editoriale e “si sono sin d’ora impegnati a dotare la newco di ulteriori risorse finanziarie per sottoscrivere la quota di propria competenza di eventuali aumenti di capitale di Rcs, di massimi 150 milioni, al fine di consentire la creazione di uno dei principali gruppi multimediali di portata internazionale“. Mediobanca svolge il ruolo di advisor finanziario nell’ambito dell’operazione.

La mossa dei poteri forti è l’arrocco

È arrivata quindi la mossa dei “poteri forti”, ovvero degli azionisti storici di RCS per fermare l’offerta “stracciona” di Cario. È significativo che la mossa somigli più a un arrocco che a uno scacco macco, visto che alla fine un imprenditore si sacrificherà avendo come soci gli azionisti storici soltanto per far fallire lo scambio di carta che avrebbe consentito al padrone di La7 di controllare il gruppo e sceglierne l’amministratore delegato e le strategie aziendali senza esborsi. La contromossa arriva così soltanto per la decisione di Cairo di scendere in campo e soltanto allo scopo di far fallire l’acquisto immaginato dall’imprenditore di Cuneo. I poteri forti in Italia continuano a dimostrare debolezza e scarsa capacità di visione strategica. Il Corriere della Sera ne pagherà le conseguenze.

Leggi sull’argomento: L’Almanacco dei Poteri Forti

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