Il rischio del razionamento d’acqua e le differenze tra il Po del 2020 e quello di oggi | VIDEO

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2022-06-28

Le immagini pubblicate dall’Agenzia Spaziale Europea mostrano il netto calo della portata del più grande bacino idrico d’Italia

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Un prosciugamento lento e inesorabile, con differenze evidenti tra il 2020 e il mese di giugno del 2022. Il quadro offerto dalle immagini satellitari (pubblicate dall’Agenzia Spaziale Europea) che hanno immortalato “l’evoluzione” dei livelli del fiume Po è inquietante ed è lo specchio del rischio di razionamento d’acqua diurno diffuso su tutto il territorio italiano. Perché la carenza di piogge e la siccità – come confermato anche da quel che sta accadendo lungo la costa adriatica – potrebbe portare il governo, già nelle prossime ore, a optare per una decisione estrema.

Razionamento acqua, cosa potrebbe accadere e la situazione del Po

La descrizione dell’ESA sulle condizioni di salute del fiume più lungo d’Italia è la cartina di tornasole di questa situazione:

“Normalmente, il fiume Po è un’ampia fascia di acque torbide (come si vede nell’immagine di giugno 2020), che tuttavia si è ora prosciugata rivelando grandi distese di sabbia (come nell’immagine di giugno 2022)”.

Differenze visibili a occhio nudo e rese ancor più palesi dalle immagini satellitari. E quel che sta accadendo al fiume Po (che “alimenta” una delle aree agricole storicamente più floride del nostro Paese) è l’esatto emblema della siccità che sta colpendo l’Italia. Fondali che sembrano esser diventare greti, tra sabbia, ciottoli e crepe nel terreno che solo due anni fa erano ricoperti dalle acque dolci dei vari corsi d’acqua. Ed è così, in misure differenti (ma sempre molto gravi), da Nord a Sud. E non solo per i fiumi. Anche i laghi, spesso importante risorsa idrica per l’agricoltura, continuano quotidianamente a prosciugarsi.

Mancanza di piogge e temperature elevatissime. In questi giorni, con l’Italia nella morsa di temperature record – anche per la stagione estiva -, si sta facendo sempre più largo l’ipotesi di un razionamento acqua in tutto il Paese. Prima, però, ci sarà la dichiarazione di uno stato di emergenza, per consentire alla Protezione Civile di poter intervenire. Sarà a livello nazionale (dopo i vari provvedimenti già presi nel corso dei giorni precedenti da diverse amministrazioni locali, comunali o Regionali) e avrà come obiettivo quello dell’ottimizzazione dell’utilizzo, anche diurno, delle acque. In che modo? Qualche paletto lo ha fornito il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio al Tg1:

“In alcune zone esiste già razionamento e poi l’acqua dei cittadini dipende dai bacini. In alcuni casi già esiste, in altri casi si valuterà se questa misura sarà necessaria. Nulla è ancora stabilito perché deve essere ancora deciso l’impianto generale ma poi soprattutto vedere caso per caso, perché ogni acquedotto fa riferimento a un bacino e quindi bisognerà vedere caso per caso”.

Caso per caso. Ma la grande secca del fiume Po sembra essere l’esatta fotografia di come la situazione sia di una gravità assoluta. Da Nord a Sud.

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