“L’Adriatico ormai è entrato a 20 km dalla linea di costa nel Po”: il disastro della siccità e i raccolti a rischio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-06-21

Quel che sta accadendo a causa della siccità sta provocando tantissimi danni, come confermato dalla zona della foce del fiume Po

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Il sale è il peggior nemico dell’agricoltura e lo stato di siccità che sta investendo l’Italia (e non solo) rischia di provocare dei danni ancor più gravi rispetto a quel che si possa credere. Il calo del volume dei bacini idrici (dai laghi ai fiumi) – provocato dall’assenza di piogge, se non sporadici e violenti episodi che non aiutano a risolvere la situazione – sta avendo degli effetti nefasti sui raccolti, soprattutto nella zona della pianura padana e della foce del fiume Po. Non solo per l’assenza di acqua, ma per la presenza di quella marina. Il livello del Mar Adriatico, infatti, ha superato quello del bacino fluviale e questo toglie la possibilità di attingere acque dolci direttamente dal Delta del Po.

Siccità, la foce del fiume Po sotto il livello dell’Adriatico

Un disastro nel disastro. Perché la zona della foce del Po è quella, storicamente, migliore per l’agricoltura. La possibilità di sfruttare ampi bacini idrici per irrigare i campi, infatti, ha reso florido quel territorio. Un vero e proprio fiore all’occhiello per tutta l’Italia. La portata del fiume, agli sgoccioli per via della siccità, sta cancellando questo effetto benefico e cancellando ogni tipo di vantaggio produttivo della zona. Come riporta il quotidiano La Stampa, infatti, la forza del fiume è sempre minore e non può sopperire alle correnti marine.

Ciò significa che il Po, fiaccato da mesi di scarse piogge e alimentato da affluenti sempre più deboli, è sempre meno capace di respingere l’acqua salata in arrivo dall’Adriatico, che alta marea dopo alta marea sta risalendo i suoi rami. Il risultato? Nella parte finale del delta, una delle aree agricole più importanti del Nord Italia, non è più possibile prelevare acqua dal fiume per alimentare i canali che bagnano i campi.

Al posto dell’acqua dolce del fiume Po, ora, c’è quella salata del Mar Adriatico che prosegue la sua corsa senza ostacoli. Non trova più, infatti, quel muro mobile costituito dalle correnti fluviali ed è entrato per diversi chilometri nei territori interni del Delta del Po. Quasi 21, e con un ritmo allarmante. Secondo l’ingegner Rodolfo Laurenti,
vicedirettore del Consorzio, di bonifica del Delta del Po, il mare conquista ogni 24 ore altri tre chilometri. A tutto ciò si unisce l’emergenza idrica che sta colpendo tutto il Paese, con una carenza di acqua che ha già bruciato buona parte dei raccolti.

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