La nuova crociata linguistica di FdI: “Non si dice ‘dispenser’, ma dispensatore: alla Camera si parla italiano”

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-11-09

Fabio Rampelli (FdI), durante le operazioni di voto per la nomina dell’ufficio della presidenza, si è lasciato inavvertitamente scappare la parola straniera “dispenser” e si è subito corretto sui social

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Dopo l’intransigenza mostrata dalla Premier Giorgia Meloni in merito all’utilizzo della forma maschile quando ci si riferisce a lei (che esige di essere chiamata con l’ormai nota dicitura “Signor Presidente del Consiglio”), oggi Fratelli d’Italia ha palesato un’altra urgenza linguistica, ovvero quella di ridurre al minimo (se non di cancellare completamente) l’utilizzo degli anglicismi all’interno delle Aule del Parlamento. Una misura per nulla anacronistica in una società globalizzata come la nostra, verrebbe da dire. Una priorità assoluta che tutti attendevamo, verrebbe da aggiungere.

In ogni caso, se è vero che il linguaggio è lo specchio della società, allora è chiaro come il sovranismo di Meloni e dei suoi si esprima anche attraverso certe scelte che sono chiare dichiarazioni di intenti, ormai lo si è capito. Nello specifico, è stato il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (FdI) che, durante le operazioni di voto per la nomina dell’ufficio della presidenza, si è lasciato inavvertitamente scappare la parola straniera “dispenser”. Immediato il pentimento e la correzione: il termine corretto è dispensatore, come la lingua italiana insegna.

Rampelli (FdI): “Alla Camera si parla italiano, ‘dispenser’ non si dice”

“Alla Camera dei deputati italiana si parla italiano. Non dovrebbe essere una novità! Eppure si fa fatica anche qui. Prosegue la battaglia sull’utilizzo della nostra lingua al posto dell’inglese. Nuova legislatura, vecchi vizi. Non si capisce perché il dispensatore di liquido igienizzante per le mani debba essere chiamato ‘dispenser’”, ha affermato il meloniano Rampelli pubblicando il video del suo intervento in Aula sui social.

E, a chiudere in bellezza, l’immancabile stoccata dell’esponente di FdI sui migranti in difesa dell’approccio Meloni: “Gli sbarchi selettivi servono a coniugare umanità e legalità, distinguendo finalmente, in perfetta linearità con le leggi dello Stato e le convenzioni internazionali, coloro che vogliono richiedere asilo e possono farlo anche a bordo delle navi Ong, unitamente a coloro che sono di fatto immigrati economici perché non provenienti da nazioni dove esistano guerre, da chi è in precarie condizioni di salute e ha bisogno di cure immediate”.

 

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