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La Rai vuole uniformare l’approccio delle sue trasmissioni ai no vax ospiti in tv

neXtQuotidiano 11/12/2021

Su proposta di Primo Di Nicola, Senatore del Movimento 5 Stelle in Commissione di Vigilanza Rai, Viale Mazzini studierà delle linee guida per uniformare le trasmissioni sul tema del momento: ospitare o meno – e in che modo – i no vax

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Linee guida comuni per trovare un punto di incontro tra pluralismo dell’informazione e necessità di non dare troppo spazio a chi è in cerca di visibilità con teorie strampalate. La Rai sta pensando a un vademecum per uniformare i suoi programmi in merito alla discussione sollevata in primis da Enrico Mentana sull’opportunità di invitare o meno i no vax nei programmi di informazione. Con un post su Facebook il direttore del Tg La7 si era vantato di non aver mai ospitato nel suo telegiornale esponenti del mondo degli scettici sui vaccini anti-Covid, tesi appoggiata anche dalla direttrice del Tg1 Monica Maggioni. Così, per evitare di andare in ordine sparso, Viale Mazzini prova a darsi un vademecum. Il tema verrà discusso alla prossima seduta della commissione parlamentare di Vigilanza Rai, su richiesta del 5 Stelle Primo Di Nicola. In seguito verrà coinvolta anche l’azienda stessa, con una convocazione dell’amministratore delegato della tv di Stato Carlo Fuortes.

Le diverse anime della Rai sui no vax ospiti in tv

“Se ci va di mezzo la vita delle persone non puoi mettere sullo stesso piano uno scienziato e il primo sciamano per passa per la strada”, aveva dichiarato Maggioni a Repubblica. Di diverso avviso invece Bianca Berlinguer, conduttrice di Cartabianca su Rai 3, che in diretta ha rivendicato il pluralismo come “bene primario”. La proposta di Di Nicola ha trovato consensi sia dai colleghi di centrodestra e centrosinistra. La commissione potrebbe proporre delle linee di indirizzo generali affinché testate e trasmissioni diverse abbiano un approccio uniforme, tenendo comunque conto della legittima autonomia editoriale. “L’interesse pubblico è nella fondatezza delle informazioni che si danno – spiega Di Nicola – e i canoni universali del buon giornalismo sono sempre quelli che dovrebbero fare da bussola. Per questo motivo la discussione e il confronto sul come garantire comunque il pluralismo sono quanto mai necessari”.

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