“È in cerca di visibilità”, l’assurda risposta di una preside a una studentessa trans di Palermo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-09

La vicenda nasce dal divieto, imposto da un collaboratore scolastico, di utilizzo del bagno delle donne

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“Tu tra le gambe hai quella cosa”. “I maschi sporcano quando vanno al bagno, mentre le ragazze no”. Queste sono alcune frasi che sono state pronunciate rivolgendosi a Gabriella, una ragazza trans di Palermo a cui un bidello della sua scuola (un istituto nei pressi di corso Calatafimi, nel capoluogo siciliano) ha impedito di entrare nel bagno delle donne. E la dirigente dell’istituto, invece di prendere le sue parti, ha deciso di prodursi in una paradossale difesa del comportamento del suo dipendente. t

Ragazza trans di Palermo, il bidello gli impedisce di entrare nel bagno delle donne

La preside dell’Istituto, nei pressi di corso Calatafimi, ha risposto alla ragazza trans di Palermo utilizzando un cliché diventato di moda nelle ultime settimane (come quando lo utilizzò Giorgia Meloni per parlare di Richard Gere e la sua testimonianza nel processo Open Arms contro Matteo Salvini). Così al quotidiano La Repubblica:

“Penso che la ragazza stia cercando visibilità e l’ho detto chiaramente anche a lei e a sua madre quando è venuta per chiarire. A parte la questione dei bagni non ha mai ricevuto alcuna discriminazione. Il bidello che l’ha fermata non intendeva offenderla ma stava solo agendo nel rispetto delle lamentele mosse dai genitori di altre studentesse che ci hanno fatto sapere che non gradiscono che le loro figlie vadano nello stesso bagno in cui va un uomo”.

In cerca di visibilità. La giovane Gabriella ha iniziato il suo percorso di transizione da quanto ha compiuto 11 anni. Oggi ne ha 18 e studia presso la scuola professionale per parrucchieri. Ha raccontato la sua storia, conscia di vivere in un Paese che ancora fatica ad aprire la propria mente. Ma dalla sua parte ci sono i compagni di classe (anche se non tutti) e, soprattutto, i suoi docenti che hanno sottolineato come la sua richiesta di essere trattata per quel che lei è e sente di essere è più che legittima.

Il suo percorso è in itinere. Sul suo documento, infatti, compare ancora il nome “Gabriele”. Ma, visto che ha raggiunto da poco la maggiore età, l’iter sarà completato a breve: “Per me non è non è di certo un gioco, né è carnevale. Prendo i farmaci necessari, sono seguita da un endocrinologo, vado alle sedute con lo psicologo. Combatto ogni giorno per affrancarmi come ragazza nata nel corpo sbagliato”.

(foto: da Pomeriggio5)

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