Raffaele Marra: il dirigente ancora spostato dalla Giunta Raggi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-10-31

Dopo il Personale approda al Commercio: nel mirino il conflitto d’interesse con il fratello

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Ormai si è perso il conto degli spostamenti di Raffaele Marra, già vicecapo di gabinetto della Giunta Raggi poi inviato dalla sindaca a capo del personale dopo le prime polemiche interne al MoVimento 5 Stelle sul suo nome. Adesso sarà spostato di nuovo e finirà a capo del dipartimento Sviluppo Economico – Attività Produttive del Comune, cioè al Commercio. Le ragioni? Le solite. Quelle raccontate in un articolo de L’Espresso, dove si parla di una convenzione tra il Comune di Roma (firmata da Marra) e Fabrizio Amore (quale rappresentante legale di Arca 93 Srl), indagato poi per turbativa d’asta nell’ambito della seconda tranche dell’inchiesta Mafia Capitale. La convenzione, siglata il 23 luglio 2009, riguarda 53 appartamenti nel residence “Bo rg o del Poggio”, affittati a un canone annuo di 1,4 milioni di euro. Lo stesso giorno viene firmato un altro contratto con la sorella di Amore, rappresentante legale della Ge.im 96 Srl per altri 43 appartamenti nello stesso residence: 1,2 milioni di euro annui. Dopo le polemiche, racconta Andrea Arzilli sul Corriere, arriva lo spostamento:

Raffaele Marra, fedelissimo di Virginia Raggi ma indigesto sia ai vertici sia ai consiglieri M5S, ora sarà spostato a capo del dipartimento Sviluppo economico-attività produttive del Comune, cioè il Commercio. Stasera al vertice in Campidoglio per organizzare la rotazione nella struttura comunale, un giro di nomine che coinvolge 163 posizioni — non quelle apicali: capo dei vigili, avvocatura e ragioneria procedono con l’interim perché si stanno ancora vagliando i curricula dei sostituti — Marra non dovrebbe partecipare. Perché la sua posizione è quella particolarmente (e politicamente) delicata: il leader del Movimento Beppe Grillo ha ripetutamente chiesto a Raggi di svincolarsi da lui, dal suo «imbarazzante» pregresso da pezzo forte dell’amministrazione targata Gianni Alemanno e dal parere Anac che ha mosso «rilievi di legittimità» sulla nomina dei due elementi chiave del Campidoglio gestione M5S: Salvatore Romeo, capo della segreteria politica della sindaca, e Marra, appunto.

raffaele marra
L’ultimo inghippo sarebbe l’incrocio dei fratelli Marra in Campidoglio:

Renato, fratello di Raffaele, sarebbe in lizza per guidare una task force della polizia Municipale e, ovviamente, il caso ha subito innescato sospetti di familismo e clientele tra i consiglieri Cinque Stelle in tensione per la richiesta di «attenzione massima» arrivata la scorsa settimana da Grillo in persona. E sebbene in tanti abbiano cercato di far riflettere la sindaca sull’opportunità di collocare Marra al comando di un dipartimento comunque strategico come quello del Commercio, finora Raggi ha resistito alle pressioni arrivate da Milano, dai parlamentari Cinque Stelle romani — famoso l’attacco di Roberta Lombardi: «Marra è il virus che ha infettato il Movimento» — e dalla sua maggioranza in Comune. Eppure Grillo è stato perentorio in molte circostanze, soprattutto nelle due visite a Palazzo senatorio: vorrebbe Marra via dal Campidoglio, magari in un Municipio periferico, cioèlontano dai riflettori e dalla macchina amministrativa. «Ha troppo potere, te ne devi liberare», fu il primo alert alla Raggi. E lo stesso concetto Grillo lo ha ribadito alla sindaca venerdì nel corso di una telefonata rovente.

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