Politica
I Radicali che non pagano la luce
neXtQuotidiano 10/10/2017
Nuova puntata della diatriba interna a Casa Pannella: stavolta nel mirino ci sono bollette e affitti
Concetto Vecchio su Repubblica oggi racconta una nuova diatriba scoppiata tra Partito Radicale e Radicali Italiani, ovvero le due anime in cui si è divisa la creatura di Marco Pannella dopo la sua morte. I due partiti – quello non violento, transnazionale e transpartitico (Prntt) di Bernardini, Turco, D’Elia, e quello dell’associazione Radicali italiani (Ri) di Magi, Bonino, Cappato – sono ai ferri corti per alte questioni ideali: «Il Partito radicale non ha alcun rapporto politico con i Radicali italiani, tranne di tipo parassitario, che vede Radicali italiani occupare la sede e relativi servizi, telefoni compresi, pagati dal Partito radicale», ha detto infatti Maurizio Turco.
«Senza pagare né l’affitto, né la luce», precisa Turco, e «continuano a succhiare il nostro sangue, a fare le vittime, col paradosso che noi manteniamo gli uffici di un gruppo che non vede l’ora che il partito che li paga chiuda». I Radicali di Magi sono alla vigilia del loro congresso, a fine ottobre, che sarà preceduto da una Convenzione europeista all’Hotel Ergife a cui parteciperanno Prodi, Letta, Pisapia, Calenda e Saviano.
Il loro segretario, Riccardo Magi, che è tra i promotori dello sciopero per l’approvazione dello ius soli e punta a fare abolire la Bossi-Fini, allarga sconsolato le braccia di fronte all’ultima baruffa: «Parassiti? Ma il patrimonio è il frutto del lavoro di tutti gli iscritti nel corso di una militanza lunga una vita. È vero che occupiamo tre stanze, ma abbiamo anche una nostra sede in via Bargoni, a Porte Portese. Il punto è che stanno facendo la gara a chi è più radicale degli altri». La cassa è nelle mani del Prntt, poiché la sede, e la radio, appartengono alla Lista Pannella, un’associazione a sua volta controllata da quattro persone, tra cui Bernardini e Turco.
La rissa è arrivata al punto che ciascuno accusa l’altro di copiare:
«Loro visitano le nostre stesse carceri, ma dopo di noi. Loro hanno fissato al congresso la nostra stessa soglia di tessere, 3000. Ci copiano mentre la povera Rita Bernardini è costretta a dividere con altre tre persone la sua piccola stanza e non sa più dove accatastare le lettere che riceve dei detenuti…». «Fino a quando c’era Pannella», confessa Magi, «le varie anime si tenevano in precario equilibrio, ora, dopo il congresso di Rebibbia, dell’anno scorso tutto è saltato».