L’azzardo della Lega su Casellati e quel Mattarella bis che non è più solo un sussurro

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-01-28

Oggi il quinto scrutinio per il Quirinale: la Lega dà indicazioni al centrodestra affinché voti Casellati, nome irricevibile per il centrosinistra che ieri ha fatto salire la quota di preferenze per Sergio Mattarella

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Nonostante il Partito democratico lo abbia più volte ammonito che dal centrosinistra non sarebbero arrivati voti per candidati di parte, Matteo Salvini oggi ha ordinato lo strappo e proposto ai grandi elettori che fanno riferimento al centrodestra di votare compatti per la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati: il nome “di riserva”, non inserito nella “rosa” presentata in un primo momento (quella con Marcello Pera, Letizia Moratti e Carlo Nordio), il volto istituzionale che – nelle speranze della Lega – metta d’accordo tutti. Una proposta sulla quale, dall’altro lato della barricata, Pd M5s e LeU, si sono già espressi direttamente e indirettamente. Così mentre nomi di “quirinabili” vengono bruciati alla velocità della luce, il leader del Carroccio – riconosciuto all’interno della coalizione di centrodestra come colui che deve indicare la via – prova a far tornare alla ribalta la figura di Franco Frattini mentre spunta un nuovo nome, quello dell’ambasciatore Giampiero Massolo.

L’azzardo della Lega su Casellati e l’ipotesi Mattarella bis

Mettere sotto lo stesso ombrello Meloni, Letta e Conte è impresa ardua, e per farlo la Lega “sta incontrando docenti universitari, accademici e avvocati”, fanno sapere da via Bellerio. Ma questo non basta. Alla prova dell’astensione andata in scena ieri il centrodestra ha tenuto: 441 “non votanti” su 453 elettori hanno seguito l’indicazione mal digerita da Fratelli d’Italia, stanca dell’ignavia che oscilla tra la scheda bianca e quella annullata. Quando è stata lei a prendere in mano le redini, indicando ai suoi di votare per Guido Crosetto, un altro pezzo di coalizione l’ha seguita: segno che la fedeltà al partito di una buona parte di deputati, senatori e delegati regionali scricchiola. Il nome che potrebbe unire tutti è quello di Pierferdinando Casini, ma per un pezzo di sovranisti ci sarebbe da lavare via l’onta di essere stato eletto con il Pd, mentre Berlusconi dal San Raffaele avrebbe già dato il suo benestare. Dall’altra parte ci sono grillini e dem che ieri hanno fatto alzare la quota di preferenze per Sergio Mattarella, passato a 166 voti rispetto ai 125 di mercoledì: l’alternativa in salsa progressista ancora non c’è se non la speranza di un “bis” del quale il presidente in carica, davanti alla tv del suo nuovo appartamento ai Parioli, starà ridendo di gusto.

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