Tutte le strade portano alla quarantena ridotta per i vaccinati

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-28

Mercoledì si riunirà il Comitato Tecnico-Scientifico che darà il suo parere al governo. Nel frattempo le Regioni proseguono nel loro pressing

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Il tema era stato sollevato nei giorni scorsi da Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova. Da quel momento si è iniziato a parlare concretamente dell’ipotesi di una quarantena ridotta per i vaccinati che sono entrati in contatto con persone risultate positive a un test diagnostico. Ora la discussione si sta spostando verso Palazzo Chigi, ma prima ci sarà una riunione tra i componenti del Comitato Tecnico-Scientifico che potrebbero dare il loro assenso al governo affinché si proceda con un isolamento breve.

Come potrebbe cambiare

La situazione epidemiologica nel nostro Paese, infatti, non conta solamente le persone “bloccate” a causa della positività a un tampone (fortunatamente, grazie ai vaccini, i numeri dei ricoveri con sintomi e nelle terapia intensive non sono paragonabili a quelli dello scorso anno), ma anche tutti coloro i quali – nei prossimi dieci giorni, come riporta il Corriere della Sera, si potrebbe toccare quota 2 milioni – si trovano fermi in casa in isolamento fiduciario dopo essere entrati in contatto con una contagiato. E considerando l’alta percentuale di immunizzati, è ovvio che buona parte di questi sia già immunizzato.

E il primo a rompere le righe parlando pubblicamente dell’ipotesi di una quarantena ridotta per i vaccinati è stato il generale e Commissario Straordinario, Francesco Paolo Figliuolo: “Abbiamo fatto una riflessione col ministro Speranza sul numero di persone in quarantena. Gli scienziati stanno studiando come rivedere le regole”. Parole che ricalcano, in qualche modo, quelle pronunciate da alcuni Presidenti di Regione che hanno iniziato il loro pressing sul governo per “evitare la paralisi”. Produttiva ed economica.

Il fronte è molto ampio: si va da Luca Zaia, Massimiliano Fedriga, Attilio Fontana e Giovanni Toti. Si tratta dei rappresentanti delle Regioni che, numeri alla mano, hanno il numero più alto (sia in valore assoluto che per rapporto sul numero totale di cittadini) di persone attualmente positivi. E la loro mozione per una quarantena ridotta è arrivata a Palazzo Chigi. Come riporta il quotidiano Il Messaggero, il piano che potrebbe essere attuato dal governo nel corso delle prossime settimane potrebbe snodarsi su due filoni.

Oggi il vaccinato contatto stretto di un positivo deve isolarsi per 7 giorni. Questo periodo sarà ridotto a tre-cinque giorni. Questa strategia avrà un effetto collaterale importante: sarà di stimolo alla corsa alla terza dose. Tra le proposte anche la formula di eliminare del tutto l’isolamento, ma solo dopo un tampone negativo.

Ovviamente tutto ciò dovrà ottenere prima il via libera del Comitato tecnico-scientifico e già nella giornata di domani, mercoledì 29 dicembre, si potrebbe avere una prima risposta in questa direzione.

Quarantena ridotta per i vaccinati, le regole dell’isolamento breve

L’ipotesi che al momento sembra essere più percorribile è quella di una quarantena ridotta a 5 giorni. Quindi nessuna cancellazione dell’isolamento fiduciario in caso di contatto con persone positive. Ma, vista la situazione, questa modifica dovrebbe riguardare solamente tutti quei cittadini che si sono immunizzati. E, ancor più probabilmente, solamente per tutti coloro i quali hanno già ricevuto la dose booster del vaccino. Perché è possibile questa riduzione? Il motivo è rinchiuso nei dati finora a disposizione della comunità scientifica: la fase di incubazione della variante Omicron (che ha scalato le gerarchie nelle ultime settimane diventando prevalente in tutta Italia e in molti Paesi d’Europa) è di tre giorni, mentre la Delta poteva impiegare almeno 5 giorni per palesare i suoi effetti. E come spiega il quotidiano La Repubblica, tra le ipotesi al vaglio ce n’è anche una annunciata per la prima volta dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri:

“Probabilmente per chi ha fatto il booster o ha ricevuto da poco la seconda dose non sarà necessario il tampone per poter uscire di casa alla fine del periodo di quarantena”.

Il tutto per evitare il blocco totale delle attività, in particolar modo quelle essenziali, e non dover ricadere in quello che potrebbe trasformarsi in un lockdown. Ma, questa volta, senza alcun dpcm.

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