Quanto si sono arrabbiati in Regione Lombardia per la “fuga di notizie” sulla chiusura dell’ospedale Fiera di Milano

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-14

Furibondi i vertici di Regione Lombardia, che vedono smentita la loro strategia e ammesso il loro fallimento. E non da un avversario, ma dal medico che aveva partecipato all’operazione

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Ieri la scoperta: l‘ospedale Fiera di Milano costato una ventina di milioni di euro ospita attualmente ben tre pazienti e verrà chiuso entro due settimane per inutilizzo, secondo quanto dichiarato da chi oggi ci lavora. Oggi Gianni Barbacetto sul Fatto Quotidiano ci racconta come l’hanno presa in Regione Lombardia, dove sono arrabbiatissimi per la fuga di notizie:

“Ma non ci pensiamo nemmeno”, replica a distanza una fonte autorevole di Regione Lombardia. “Il ministro della Salute sta predisponendo un piano che prevede la preparazione di centri Covid in tutte le regioni d’Italia. Noi ce l’abbiamo già, è l’ospedale in Fiera, un gioiello. Perché mai dovremmo chiuderlo?”. IL “BERTOLASO hospital ”di Milano era stato annunciato dal presidente della Lombardia Attilio Fontana come un hub con 600 posti di terapia intensiva da far nascere in due padiglioni della Fiera di Milano. A dare un sapore glam all’operazione era arrivato, volontario, anche lo chef Carlo Cracco, a cucinare per chi lavorava nel cantiere.

Il progetto si ridimensiona strada facendo: i letti diventano 400, poi 200, infine 157. Oggi i posti pronti sono 53, i pazienti sono una ventina. Era il 12 marzo quando l’asses sore regionale al Welfare Giulio Gallera aveva lanciato la sfida: “I cinesi a Wuhan ci hanno messo dieci giorni a costruire un ospedale? I lombardi ne impiegheranno sei”. Sarà inaugurato il 31 marzo (19 giorni dopo) e i primi tre pazienti entrano in corsia il 6 aprile (25 giorni dopo). È arrivato fuori tempo: le terapie intensive si svuotano (per fortuna, e speriamo non tornino ad affollarsi dopo le riaperture).

ospedale fiera milano 24 posti

Con i suoi venti pazienti, è diventata il simbolo del flop di Regione Lombardia nell’azione di contrasto alla pandemia. I 21 milioni dei costi sono stati offerti da donatori privati, ma secondo i critici sarebbero stati più utili se impegnati per potenziare ospedali già esistenti o rafforzare la medicina territoriale. Ora proprio il primario che lo ha tenuto a battesimo ne annuncia il possibile smantellamento entro un paio di settimane, perché i ricoveri in terapia intensiva sono in continuo calo, anche in Lombardia, l’area che resta la più colpita dal virus. Secondo il professor Pesenti, l’ospedale in Fiera è “una scialuppa di salvataggio”, pensata a marzo, “quando non sapevamo dove si sarebbe fermata l’epidemia.

Noi abbiamo chiesto allora una scialuppa di salvataggio, per avere a disposizione dei letti nel caso l’epidemia avesse continuato a crescere. C’erano delle previsioni catastrofiche: fino a 140 mila posti di terapia intensiva occupati in Italia. Noi siamo soltanto dei medici e davanti al continuo aumento della richiesta di posti letto abbiamo chiesto alla Direzione sanità della Lombardia di trovare delle soluzioni d’emergenza”.

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