Riapertura: cosa succede a palestre, centri estetici e parrucchieri

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-18

Parrucchieri e centri estetici dovranno riorganizzarsi e trasformarsi in una sorta di studio medico, con l’obbligo di sterilizzare strumenti e oggetti e di fare entrare i clienti uno per volta. Palestre e attività motoria sotto la lente

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Mentre si avvicina il 4 maggio la riapertura progressiva delle attività produttive è già sul tavolo della task force per l’emergenza Coronavirus. Mentre si sa già che bar e ristoranti dovranno rispettare le regole del distanziamento sociale più stringenti e che gli ultimi ad aprire saranno i luoghi del divertimento (cinema e teatri, sale giochi, location per eventi e soprattutto discoteche dove si ritiene difficile far mantenere la distanza minima necessaria), vediamo cosa succederà a palestre, centri estetici, centri benessere e parrucchieri.

Riapertura: cosa succede a palestre, centri estetici e parrucchieri

Parrucchieri e centri estetici dovranno riorganizzarsi e trasformarsi in una sorta di studio medico, con l’obbligo di sterilizzare strumenti e oggetti e di fare entrare i clienti uno per volta. Spiega oggi il Corriere della Sera:

I negozi di parrucchiere ed estetica potranno lavorare soltanto su appuntamento — con il rapporto un dipendente per un cliente — e dovranno dotarsi di dispositivi simili a quelli utilizzati negli studi medici. Ogni oggetto utilizzato dovrà essere sterilizzato. Non è escluso che già nei primi dieci giorni di maggio si valutino le riaperture, condizionandole alla situazione epidemica della regione.

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I settori produttivi per classe di rischio (Il Messaggero, 18 aprile 2020)

E le palestre?

Anche per questo settore il livello di pericolo è massimo. Mentre viene esclusa la possibilità di andare a ballare la prossima estate, non è scontato che rimangano chiuse le palestre, anche se il via libera al ritorno in attività sarebbe condizionato al distanziamento tra le persone e dunque ipotizzando esclusivamente allenamenti o lezioni individuali. In ogni caso evitando che i più giovani —certamente meno disponibili a mantenere le distanze oppure a girare con guanti e mascherine —possano stare molto vicini e diventare veicolo di contagio.

La morsa sulle attività motorie sarà invece una delle prime ad essere allentate. Resterà naturalmente il divieto di sport di gruppo anche all’aperto. Sarà possibile praticare jogging o andare in bicicletta da soli o distanziati, forse anche due metri e con l’obbligo di mascherina visto che l’aumentata respirazione durante lo sport moltiplica la produzione di droplet. C’è l’ipotesi di tornare a consentire l’attività motoria in parchi, ville e giardini, ma c’è anche chi invece vorrebbe in una prima fase confermare l’obbligo di rimanere nelle vicinanze di casa aumentando soltanto la distanza consentita fino a 500 metri o un chilometro. Sul tavolo anche l’ipotesi di fasce orarie (al mattino presto e la sera) riservata ai runner. E non è escluso che possa essere consentito riprendere l’attività anche in impianti sportivi all’aperto (ad esempio il tennis) vietando l’uso di docce e spogliatoi.

Leggi anche: Fase 2: la riapertura differenziata per aree tra Nord e Sud

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