Le prossime espulsioni del MoVimento 5 Stelle

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-10-18

Artini e Bechis a rischio insieme ai soliti dissidenti. Per una storia di querele e rimborsi la prima, per una piattaforma invisa ai capi il secondo

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Il MoVimento 5 Stelle si prepara ad una nuova tornata di espulsioni. E sotto la lente ci sono Massimo Artini, l’informatico toscano accusato nel mailgate, ed Eleonora Bechis, per la storia dell’assistente e della querela. Della Bechis si parla ormai tra gli onorevoli anche in pubblico, come dimostra lo status pubblicato ieri su Facebook da Ivan Della Valle: «Eleonora Bechis sul Fatto Quotidiano scrive “Sfido qualcuno a dimostrare che io sia stata sfiduciata”. Che dite accettiamo la sfida ?».
 
ELEONORA BECHIS: ESPULSIONE A 5 STELLE?
La frase a cui fa riferimento Della Valle è contenuta in un articolo del Fatto uscito a metà settimana, e nella discussione intervengono attivisti e parlamentari 5 Stelle. «Vi prego di discuterne… ma in un incontro tra Attivisti, Portavoce dei Gruppi della Circoscrizione 1, Eletti in Parlamento della Circoscrizione 1 e parti in causa… tutte… MA VI PREGO FACCIAMOLO TRA NOI A PORTE CHIUSE… la stampa ne sa già troppo… ricordiamoci che il partito unico vuole questo, la lotta interna al nostro Movimento, sappiamo bene cos’ è la Democrazia e sappiamo altrettanto bene esercitarla…. incontriamo ci tra persone perbene quali siamo e tiriamo fuori tutto e poi si valuterà…», chiede qualcuno, mentre l’onorevole Laura Castelli punta sui rendiconti: «Il problema è che lei sul territorio non esiste…la gente che l’ha messa a Roma non sa neanche che faccia ha… andate a vedere la sua rendicontazione…è da aprile che non restituisce i soldi…direi che non è proprio in linea con il codice di comportamento…io la sfiducerei anche solo per questo».


MASSIMO ARTINI: ESPULSIONE A 5 STELLE?
Il caso di Artini è invece raccontato in un articolo a firma di Annalisa Cuzzocrea su Repubblica: secondo il pezzo l’accusa delle mail era secondaria rispetto alla vera colpa dell’informatico toscano, ovvero aver creato, lo scorso luglio, un portale da cui si poteva votare una proposta di legge della Commissione Difesa:

La piattaforma informatica che costituisce – di fatto – l’unica struttura di cui è dotato il Movimento 5 Stelle. «Un altro blog è possibile», si intitola un libro uscito qualche mese fa per Imprimatur,ed è quello che ha dimostrato il deputato toscano. È il motivo per cui gli sono piovuti addosso due avvertimenti: il primo con un post non firmato sul blog (che riguardava però un’alta questione informatica legata al server della Camera), il secondo con una nota del gruppo parlamentare. L’accusa è che chi votava su quel portale – nonostante la dicitura “Parlamentari a 5 stelle” – credeva di votare sul blog di Grillo. Sarebbe stato ingannevole, il comportamento del vicepresidente della Commissione Difesa.Nonostante lui abbia ricordato diaver fatto tutto in accordo con la comunicazione e il capogruppo. E di averlo fatto sapere alla Casaleggio, aspettando invano un via libera per quattro mesi. Oggi non vuole dire nulla, se non che è sereno: «Sono fermo a luglio, quando l’allora capogruppo mi disse che era tutto a posto».

Anche Currò e Rizzetto, protagonisti con Airola per la quasi-rissa alla Camera la scorsa settimana, potrebbero seguire la stessa strada.

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