Lo scaricabarile dei fratelli Bianchi e il dolore della mamma di Willy: “Nessuno ha chiesto perdono”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-19

I fratelli Bianchi hanno resto una testimonianza nell’aula di corte d’Assise a Frosinone: entrambi hanno detto di non essere i responsabili della morte di Willy Monteiro Duarte e hanno incolpato il loro amico Francesco Belleggia: “Lui ha dato un calcio al collo al ragazzo quando era a terra”

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Dopo l’aggressione di Marco Bianchi, Willy Monteiro Duarte si era rialzato. “L’ho colpito, ma con un calcio laterale, sul fianco sinistro, non al petto. Poi l’ho spinto”, dice uno dei due fratelli coinvolti nel brutale omicidio di Colleferro nel corso della testimonianza resa nell’aula di corte d’Assise a Frosinone. Insieme a Gabriele, prova a scaricare le responsabilità su Francesco Belleggia, il loro amico che avrebbe avuto inizialmente una discussione con il gruppo del giovane capoverdiano rimasto ucciso la notte tra il 5 e il 6 settembre 2020. “È morto un ragazzo, ma se lo avessi colpito in modo grave non me ne sarei mai andato, lasciandolo lì. Mi rivolgo ai familiari di Willy, se avessi sbagliato lo ammetterei. Non sono un mostro”, ha continuato Marco.

I fratelli Bianchi incolpano Belleggia

Gabriele, invece, è più aggressivo: “Aspetto questo momento da un anno e due mesi. Io ho notato che c’è stato un odio mediatico nei nostri confronti. La feccia di Colleferro ha parlato male di noi. Non ho colpito Willy, ma ho spinto e dato un calcio al petto a Samuele Cenciarelli (l’amico di WIlly, ndr). Me ne vergogno, e chiedo scusa a lui e alla sua famiglia”. Poi le accuse dirette a Belleggia: “Lui gli ha dato un calcio al collo mentre Willy era a terra, senza pietà. Da infame. Il fatto che Belleggia sia ai domiciliari mi provoca una grande rabbia. Io lo so per certo che non aveva intenzione di uccidere Willy ma lui deve dire la verità”. Nella sua deposizione, Belleggia aveva invece detto che furono i fratelli Bianchi a “picchiare selvaggiamente” chiunque fosse presente, per poi infierire sul corpo di Willy riverso a terra. L’ordinanza di custodia cautelare del Gip di Velletri ricostruiva la vicenda basandosi sulle testimonianze di chi aveva visto il 21enne “steso a terra, circondato da quattro o cinque ragazzi che lo colpivano violentemente con calci e pugni”. Un’altra persona raccontò di aver visto “gli aggressori” che “continuavano a passargli sopra con i piedi”.

Il dolore della mamma di Willy Monteiro Duarte

Parole che suonano come macigni per mamma Lucia, presente in aula per la prima volta di fronte a due delle persone coinvolte nella morte di suoi figlio: “Vedo solo indifferenza, tante parole, nessun pentimento, richiesta di perdono”. Ha assistito alle sei ore di udienza al fianco di sua figlia Milena, e all’uscita dall’aula ha detto ai giornalisti: “Questi ragazzi non devono chiedere perdono a me né alla mia famiglia. Devono chiederlo a loro stessi. Se un giorno ci riusciranno vuol dire che ci sarà un vero pentimento per quello che hanno fatto. Allora avrò la speranza che Willy non è morto invano e che potrà riposare in pace”.

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