I presidi contro Virginia Raggi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-11-01

«Non tocca a noi stabilire se una crepa è pericolosa o un muro sta per crollare. È solo scaricabarile», dice l’associazione dei presidi di Roma e Lazio. Perché una cosa è annunciare su Facebook una verifica di sicurezza ai 500 istituti romani, un’altra è farla davvero. E solo il 5% degli istituti scolastici a Roma ha la certificazione di agibilità ed è in linea con le norme anti-sismiche

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«Non compilate quel modulo. Non siamo tecnici, siamo presidi. Non tocca a noi stabilire se una crepa è pericolosa o un muro sta per crollare. È solo scaricabarile»: a consigliarlo è il professor Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Presidi di Roma e del Lazio, che denuncia che i plessi scolastici ispezionati dai tecnici del Campidoglio dopo il terremoto di domenica sarebbero «meno del 30% del totale». La differenza va coperta in tutta fretta,nelle prossime 24 ore, perché già domani, dopo la festa di Ognissanti, è prevista la riapertura dei 500 istituti di Roma e provincia.

I presidi contro Virginia Raggi

Ma non c’è solo questo. «Alcuni dirigenti hanno chiamato i tecnici comunali e non è arrivato nessuno. In alcuni casi, poi, è stata controllata soltanto una sede e non l’intero plesso. Ad altri presidi è stato risposto che i tecnici andranno mercoledì, coi bambini già in classe. Esigiamo l’elenco delle scuole dove sono già stati fatti tutti gli approfondimenti del caso, vogliamo sapere chi ha visitato l’edificio e quando», dice ancora Rusconi. Perché evidentemente una cosa è annunciare su Facebook una verifica di sicurezza ai 500 istituti romani, un’altra è farla davvero. «Ma può un preside, magari laureato in filosofia o in matematica, prendersi la responsabilità di decidere se una scuola ha avuto problemi dopo le scosse oppure no?».

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Il computo delle scuole romane lesionate (Il Messaggero, primo novembre 2016)

Spiega Il Messaggero:

Per il momento sono state rilevate alcune crepe al liceo Newton dell’Esquilino, all’istituto Vespucci, all’Aristofane, qualche problema all’intonaco del Mamiani. Anche alla Sapienza il rettore Eugenio Gaudio ha deciso di chiudere fino a domattina la città universitaria per consentire i controlli sulla sicurezza delle facoltà. La sindaca Virginia Raggi ieri era a Tor Bella Monaca per partecipare al sopralluogo in uno dei 50 istituti che hanno segnalato problemi al Comune. E ha spiegato che questo primo controllo d’emergenza, su crepe e piccoli crolli, «stabilirà se mercoledì sarà possibile riaprire i battenti». Poi scatterà la fase due, con una verifica più approfondita delle strutture. Un’operazione che richiederà inevitabilmente tempi lunghi

Ma anche le ispezioni ultra-rapide che dovrebbero concludersi stasera, con questo ritmo, rischiano di tagliare fuori decine di sedi. C’è anche un problema di personale: quasi tutti i dipendenti dei Lavori pubblici e dei Municipi sono in ferie per il “ponte” e solo una parte è stata richiamata dalle vacanze.

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La basilica di San Paolo lesionata dopo il terremoto

Come stanno le scuole a Roma dopo il terremoto

“In queste 48 ore stiamo effettuando controlli immediati – ha spiegato Raggi -. Nel frattempo abbiamo avviato un percorso molto più approfondito di verifica per riuscire ad ottenere un certificato sulla staticità degli edifici. Abbiamo un piano di evacuazione» della città «fermo al 2008 – ha sottolineato ancora – e già ci siamo attivati per rinnovarlo e aggiornarlo”. Per la manutenzione scolastica “dobbiamo lavorare ad un piano con risorse specifiche e speriamo anche nell’aiuto del Governo”, le ha fatto eco l’assessore competente Laura Baldassarre. Secondo il consulente per la sicurezza dell’Anp, Francesco De Matteis solo il 5% degli istituti scolastici a Roma ha la certificazione di agibilità ed è in linea con le norme anti-sismiche. Segnala Repubblica Roma:

Carla Parolari, preside dell’istituto alberghiero Gioberti, conferma che i suoi colleghi «sono molto arrabbiati. Per quanto ci riguarda, avevamo stabilito la sospensione delle attività con i ragazzi per il ponte. Dal Campidoglio ci hanno detto che avremmo potuto fare autonomamente i controlli, anche solo guardando e senza avere le competenze adatte. Ma io sono una dirigente scolastica… non sono un tecnico. Abbiamo una grossa crepa. C’era già prima della scossa di domenica. Ma come dobbiamo monitorarla? Vorremmo saperlo», conclude la preside del Gioberti.
Il tema della mappatura, di quell’operazione che la sindaca Raggi ieri ha promesso di voler avviare concretamente, torna nelle parole di Dario Nanni. Il consigliere Pd del municipio VI fa parte della commissione scuola: «Ci si doveva basare su mappature già in possesso degli uffici tecnici. I dirigenti hanno dovuto richiedere i controlli. E le verifiche non sono state capillari come era stato promesso». In decine di casi, a macchia di leopardo, sono stati i responsabili della sicurezza delle singole scuole a doversi assumere l’onere dei controlli. Francesco Di Carlo, rappresentante degli studenti del liceo scientifico Malpighi, zona Bravetta, racconta di «un sopralluogo effettuato soltanto da professori. Non c’era neanche un ingegnere. Alla fine sul sito della scuola è stato pubblicato un messaggio in cui si spiega che non ci sono problemi strutturali». Poche righe che, in assenza di verifiche da parte di professionisti, lasciano interdetti gli alunni.

Il criterio costruttivo più efficace per assicurare la resistenza alle scosse ondulatorie è quello di collegare le strutture verticali con le orizzontali in modo da formare una struttura monolitica (struttura intelaiata). Altri importanti criteri costruttivi sono: l’eliminazione di spinte (nei tetti e nelle volte), la limitazione delle strutture in aggetto (cornicioni e balconi), la scelta di un terreno di fondazione idoneo (preferibili i terreni rocciosi); per contenere gli effetti di eventuali lesioni o crolli si limita l’altezza dei fabbricati, si fanno strade ampie e si aumentano gli intervalli tra i fabbricati.

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