L’anno del Covid fa tornare la povertà assoluta ai livelli del 2005

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2021-03-04

Le stime preliminari dell’Istat mostrano dati tremendi, con oltre due milioni di famiglie sotto la soglia minima

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Che la situazione economica di molte famiglie fosse stata vittima della pandemia era ed è evidente. Ma le stime preliminari pubblicate quest’oggi dall’Istat mostrano un quadro quasi catastrofico, incorniciato da una cornice chiamata “povertà assoluta”. I numeri, freddi e crudeli, sono lo specchio della situazione economica nel nostro Paese che, già prima dell’arrivo del Covid – e di tutto ciò che ha comportato – non si trovava in una situazione florida.

Povertà assoluta in Italia: si torna ai numeri del 2005

“La povertà assoluta torna a crescere e tocca il valore più elevato dal 2005 – si legge nel comunicato pubblicato dall’Istat -. Le stime preliminari del 2020 indicano valori dell’incidenza di povertà assoluta in crescita sia in termini familiari (da 6,4% del 2019 al 7,7%, +335mila), con oltre 2 milioni di famiglie, sia in termini di individui (dal 7,7% al 9,4%, oltre 1 milione in più) che si attestano a 5,6 milioni”. Si tratta, ovviamente, di stime preliminari. I dati definitivi saranno resi noti a metà giugno. Ma lo scenario non sarà molto differente.

I miglioramenti registrati nel corso del 2019, si sono azzerati con l’arrivo del Covid e il livello di povertà assoluta è tornato a essere uno spettro sempre più visibile. E, a differenza del passato dove le differenze era geolocalizzate, la scure pandemica ha colpito indistintamente Nord, Centro e Sud. Proprio nelle Regioni settentrionali si è segnalata la crescita più evidente del livello di povertà assoluta, ma il valore più elevato continua a essere nel Mezzogiorno: “L’incremento della povertà assoluta è maggiore nel Nord del Paese e riguarda 218mila famiglie (7,6% da 5,8% del 2019), per un totale di 720mila individui – si legge nelle stime preliminari dell’Istat -. Peggiorano anche le altre ripartizioni ma in misura meno consistente. Il Mezzogiorno resta l’area dove la povertà assoluta è più elevata: coinvolge il 9,3% delle famiglie contro il 5,5% del Centro”.

Crollano anche le spese

E alla povertà assoluta che cresce, corrisponde anche una minore spesa da parte degli italiani. I consumi, sempre secondo l’Istituto di statistica, c’è stato un calo del 9,1% nella spesa media mensile delle famiglie, con i beni alimentari e per la cura della casa a essere le uniche due categorie rimaste stabili. Crollano, invece, gli acquisti per tutti gli altri beni e consumi che segnano un evidente -19,2%. Il tutto nonostante le misure di sostegno e sussidio che si sono alternate negli ultimi mesi: dai bonus, al Cashback. Senza dimenticare il reddito di cittadinanza.

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