Economia

I 430 milioni del MEF alla Banca Popolare di Bari

neXtQuotidiano 18/06/2020

Sul sito del Mef il decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze che autorizza il versamento da parte del Ministero stesso di 430 milioni in conto capitale in favore di Banca del Mezzogiorno – Mediocredito Centrale

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In seguito alla registrazione da parte degli organi di controllo, è stato pubblicato sul sito del Mef il decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze che autorizza il versamento da parte del Ministero stesso di 430 milioni in conto capitale in favore di Banca del Mezzogiorno – Mediocredito Centrale, per il tramite di una corrispondente operazione in favore della controllante Invitalia. Il versamento, sottolinea una nota, consentira’ a Mediocredito Centrale di guidare l’operazione di rilancio della Banca Popolare di Bari sottoposta all’assemblea dei suoi azionisti prevista per il 29 e 30 giugno, operazione che si sostanzia nell’assorbimento delle perdite grazie all’intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, la trasformazione della Banca in società per azioni e la sua ricapitalizzazione ai fini della realizzazione del nuovo piano industriale.

banca popolare di bari

Nei giorni scorsi la due diligence ha fatto emergere la misura dei crediti in bonis e di quelli deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili e scaduti deteriorati), gli accantonamenti operati, e conseguentemente sono state compiute le rettifiche di valore necessarie che hanno determinato perdite patrimoniali assai più significative delle attese. Spiega oggi Il Messaggero:

Per coprire il buco, verrà quasi del tutto prosciugato il contributo da 1.170 milioni del sistema banche, tramite il Fondo Interbancario tutela depositi, a fronte di un’operazione di 1.600 milioni che verrà deliberata dall’assemblea del 30 giugno. Il rosso di esercizio tiene conto del derisking che è la condizione, unitamente alla spa, dell’intervento di Mcc. «Abbiamo ricevuto un’offerta vincolante da Amco – spiega Blandini, che sta gestendo la procedura straordinaria assieme a Enrico Ajello – Essa prevede l’acquisto pro-soluto per un corrispettivo pari a circa il 25% del valore complessivo di crediti deteriorati per circa 2 miliardi relativi a circa 32 mila controparti.

Tuttavia, per maggiore tutela di tutti, abbiamo ritenuto comunque indispensabile attendere, prima che l’accettazione della banca intervenga definitivamente, la deliberazione assembleare di trasformazione e di aumento di capitale». Pochi giorni fa è stata chiusa la trattativa sugli esuberi che era un altro scoglio non facile. «Il negoziato è stato duro e acceso, ma corretto. La banca si è tenuta pienamente in linea con il piano industriale presentato anche alle autorità comunitarie. La riduzione dei costi che è stata convenuta a 67 milioni è stata resa possibile dal fatto che abbiamo inciso sui 3 milioni di risparmio mancanti, raggiungendo i 70 milioni convenuti. Il piano prevede la chiusura di 91 filiali, il che vuole dire che ne abbiamo recuperate tre rispetto alle 94 originarie in territori strategici».

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I rimborsi ai risparmiatori delle banche saltate (Corriere della Sera, 16 gennaio 2020)

E gli 830 esuberi? «L’attenzione è stata sul taglio dei costi e sull’efficientamento della banca, ma non parlerei di esuberi, una parola che non mi piace. Si è riusciti nella quadratura del cerchio, incidendo sul costo del lavoro, con tanti sacrifici dei lavoratori, ma con un ampio numero di accessi a forme adeguate, quali Quota 100, fondo pensioni, opzione donna e fondo emergenziale. Inoltre, è verochesonointeressatiidipendentichematuranoildirittoallapensionenei dieci anni, ma, lato banca, gli effetti si producono tutti nel quinquennio. Altre uscite si realizzeranno su base volontaria, o inerziale, anche se del caso mediante l’alienazione di filiali,così da rispettare anche da questo punto di vista gli impegni presi con l’Europa. Il contributo dei lavoratori e delle lavoratrici al salvataggio della Banca è stato decisivo».

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