Attualità
Pina Orlando: la donna morta nel Tevere e le gemelline scomparse
neXtQuotidiano 21/12/2018
La donna è uscita di casa con le due neonate avvolte in una coperta. Il suo corpo è stato ritrovato a Ponte Marconi. Nessuna traccia e nessuna spiegazione per il gesto
Si chiamava Pina Orlando la donna che ieri all’alba si è gettata nel Tevere a Ponte Testaccio e il cui corpo è stato ripescato a Ponte Marconi in mattinata. Il Messaggero e il Corriere della Sera pubblicano oggi le sue foto mentre ancora non si conosce il destino delle gemelline che erano con lei e che risultano ancora ufficialmente scomparse.
Pina Orlando: la donna morta nel Tevere e le gemelline scomparse
La procura di Roma indaga sull’ipotesi di reato di omicidio-suicidio. Giuseppina detta Pina Orlando, la 38enne che si è tolta la vita gettandosi nel Tevere, all’alba è uscita di casa con le figlie Benedetta e Sara, 4 mesi. La donna si era trasferita a Roma da Agnone in provincia di Isernia con il marito il 24 agosto: una delle bambine non è sopravvissuta al parto prematuro, le altre due restano in incubatrice al Policlinico Gemelli. Lei ha vissuto con il marito Francesco D. P., ingegnere di 39 anni e i genitori al piano terra di un edificio ex ATER a Testaccio vicino al mercato, era nata in provincia di Isernia, ad Agnone, 5.000 abitanti: il padre è stato assessore in Comune. Pina ha una sorella sposata con un vigile del fuoco. L’altra figlia, Sara, era stata dimessa da pochi giorni e si trovava in casa con i genitori e i nonni.
Da leggere: Pina Orlando: la ricerca vana delle gemelline nel Tevere
Ieri la polizia ha setacciato i cassonetti nella zona di Ponte Testaccio alla disperata ricerca delle due gemelline, senza risultati. Scrive Repubblica:
La speranza, per ore, è quella di pensare che l’estremo gesto della donna, Giuseppina O., anche lei molisana, 38 anni, dipendente di uno studio notarile, avesse risparmiato le figlie, lasciate magari in qualche posto al caldo, affidate a qualcuno.
Nessuno però si fa vivo e il confronto degli orari dell’unica telecamera che ha ripreso la donna uscire di casa e quello della chiamata al 112 fanno crollare qualsiasi residua speranza di trovare le bambine in vita. O Il testimone, complice le condizioni di luce all’alba, non ha notato il fagotto. Oppure le neonate sono state gettate dalla madre prima che la donna decidesse di farla finita.
La tragedia di Ponte Testaccio
«La signora era sicuramente provata dalla situazione», ha spiegato la polizia ieri: «Questo gesto non poteva essere prevedibile, nessuno sarebbe potuto intervenire. Da quanto abbiamo appreso e da quanto possiamo affermare, non si è trattato di un raptus. Piuttosto di un malessere che nei mesi è cresciuto fino a degenerare nel suicidio. Adesso è necessario dare tutto il sostegno possibile al papà che ha perso la moglie e le sue figlie. Nelle ultime settimane — precisa lo psicologo della polizia — la donna era più fredda e distaccata. Un atteggiamento tipico di chi sta attraversando un momento di difficoltà. Nessuno comunque — precisa — avrebbe potuto impedirle di uccidersi. Tanto meno il marito che non aveva gli strumenti per cogliere il disagio che stava vivendo».
Pina si è alzata dal letto prima della poppata delle 6. È entrata in bagno, si è tolta il pigiama e ha indossato gli abiti preparati la sera prima per poi avvolgere le gemelline in una coperta e uscire di casa. Nel rione non l’ha vista nessuno finché non è arrivata nei pressi di Ponte Testaccio dove si è buttata. Il marito di Pina Orlando ha parlato con il Corriere della Sera dell’accaduto: “Non ho capito che mia moglie aveva qualcosa, che soffriva, non riesco a darmi pace per quello che è successo. Ci siamo svegliati alle 3 per la poppata, sembrava tutto normale, ci siamo riaddormentati, o meglio pensavo che anche mia moglie si fosse riaddormentata. Invece si è alzata, ha preso le piccole, le ha avvolte nella coperta bianca sul divano ed è uscita senza chiudere la porta. Le ho cercate, non c’erano. Poi ho visto la porta socchiusa e ho avuto un colpo al cuore. Mia moglie era solo molto preoccupata per la salute delle bambine, ma non ricordo una frase, un atteggiamento che potesse far pensare a un gesto simile”.