Pietro Maso e il reddito di cittadinanza

di dipocheparole

Pubblicato il 2020-07-30

Pietro Maso, condannato per aver ucciso i genitori nel 1991 nella sua casa di Montecchia di Crosara uccise entrambi i suoi genitori, Antonio Maso e Mariarosa Tessari per prendersi la sua parte di eredità, ha ricevuto il reddito di cittadinanza, il sussidio riservato dallo Stato a chi guadagna meno di 9.360 euro l’anno. La notizia …

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Pietro Maso, condannato per aver ucciso i genitori nel 1991 nella sua casa di Montecchia di Crosara uccise entrambi i suoi genitori, Antonio Maso e Mariarosa Tessari per prendersi la sua parte di eredità, ha ricevuto il reddito di cittadinanza, il sussidio riservato dallo Stato a chi guadagna meno di 9.360 euro l’anno. La notizia è contenuta in un articolo del settimanale Oggi. La lista in cui compare Maso, spiega il settimanale, risale alla fine del 2019 e, secondo li suo legale, Marco De Giorgio, se fosse stato concesso, stando alla Legge, il sussidio dovrebbe essere stato sospeso nei mesi corsi. A causa della gravità del reato, infatti, Maso è interdetto “in perpetuo ” dai pubblici uffici.

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Secondo la legge – spiega OGGI – gli unici condannati che non possono godere di “pensioni, assegni e stipendi a carico dello Stato” sono quelli che hanno precedenti penali per reati legati alla criminalità organizzata, al terrorismo o per truffa ai danni dello Stato, e Maso non rientra in nessuna di queste categorie. A causa della gravità del reato è però interdetto dai pubblici uffici (“in perpetuo”, conferma il suo avvocato Marco De Giorgio). Maso non commenta. E se il suo ex consigliere spirituale don Guido Todeschini spiega: “posso dirle solo che sta cercando di ricominciare», la ex moglie aggiunge: che “dopo tanti momenti difficili oggi sta bene, è un uomo umile che sta cercando di vivere tranquillo. E sì, sta lavorando”. L’agenzia di stampa ANSA fa sapere che dopo le verifiche del caso il sussidio potrebbe essere stato sospeso. Nel 2016 aveva fatto parlare di sé dopo che le sue sorelle avevano denunciato di aver ricevuto minacce di morte dal fratello. Lui venne ricoverato in una clinica psichiatrica a Verona.

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