L’affondo di Fratelli d’Italia alla 194: in Piemonte 400mila euro ai Pro vita per aiutare le donne a non abortire

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-10-11

Il provvedimento “Vita Nascente” approvato ieri dal Consiglio regionale del Piemonte ha stanziato ben 460mila euro alle cosiddette associazioni pro vita

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La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, vincitrice delle scorse elezioni, ha più volte ribadito la sua posizione sull’aborto affermando di non essere intenzionata a modificare la legge 194, ma di voler semplicemente offrire alle donne, specie a quelle in difficoltà economica, “maggiori opzioni”. E, in questo senso, ha fatto molto discutere il provvedimento dal nome “Vita Nascente” approvato ieri dal Consiglio regionale del Piemonte: attraverso esso, sono stati stanziati ben 460mila euro alle cosiddette associazioni pro vita, le cui posizioni sull’interruzione di gravidanza sono di certo ben note. Va chiarito che i fondi in questione verranno resi disponibili attraverso un assestamento di bilancio, che dovrà essere a sua volta approvato nelle prossime settimane.

Potere ai Pro vita: ok alla delibera di “Vita Nascente”, ma l’opposizione non ci sta

Sulla questione aborto, quindi, il Piemonte fa un nuovo passo indietro, dopo l’altro provvedimento regionale che aveva ammesso le associazioni pro vita all’interno dei consultori. Nello specifico, “Vita Nascente” servirà per sostenere le donne in difficoltà economica che decidono di non abortire con contributi per le spese di casa (ad esempio bollette, affitto, mutuo) e per quelle legate alla cura del neonato, fino a 18 mesi. I soldi verranno elargiti pure se la donna dovesse decidere di non riconoscere il bambino: in tal caso, infatti, saranno i consorzi assistenziali a farsi carico del mantenimento del neonato fino al momento dell’affido, mentre la donna verrà assistita per 60 giorni dopo il parto.

Già quando “Vita Nascente” era in fase di delibera, l’opposizione regionale (ma non solo) e le associazioni femministe si erano sollevate immediatamente per denunciare come quel provvedimento andasse di fatto a finanziare le associazioni antiabortiste, assegnando ad esse la gestione delle risorse economiche. Ad esporsi erano state soprattutto Chiara Appendino e Sarah Disabato, deputata pentastellata la prima e capogruppo regionale dei 5Stelle la seconda, che avevano detto:

Volesse davvero aiutare le donne e le famiglie, la Giunta Regionale dovrebbe fare tutto ciò che non ha fatto in questi anni sul capitolo welfare e sanità: dall’abbattimento delle rette degli asili nidi all’incremento dei servizi per la prima infanzia, dai sostegni all’occupazione femminile agli interventi per garantire la presenza di medici non obiettori nelle strutture sanitarie. Continueremo, come abbiamo sempre fatto, a dare battaglia contro questi provvedimenti che riteniamo dannosi e discriminatori, e con i quali il Centrodestra tenta per mera ideologia di minare costantemente il diritto all’aborto e la libertà delle donne di decidere del proprio corpo. In piazza e tra i banchi del Parlamento e del Consiglio Regionale non smetteremo di far sentire la nostra voce per tutelare le conquiste di civiltà della legge 194.

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