Il piano di Salvini: andare da soli alle elezioni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-09

Era già tutto scritto e previsto. Quando Giancarlo Giorgetti 18 luglio (ufficialmente per comunicare la sua rinuncia a fare il commissario Ue) si è presentato al Quirinale

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Dopo l’incontro con il premier Giuseppe Conte, Matteo Salvini già pensa alla campagna elettorale: vuole correre da solo e in serata, a margine di un comizio a Pescara, ribadisce che si candiderà come premier. Senza Forza Italia né Fratelli d’Italia. La tentazione è fortissima in queste ore, spiega il Messaggero nell’articolo a firma di Simone Canettieri:

«Il voto deve esserci il prima possibile», ripete ai suoi collaboratori. Il 13 ottobre è la data segnata in rosso. «Non esistono accordicchi o governi tecnici: bisogna dare subito la parola agli italiani». Ormai i rapporti con i grillini sono implosi: «Non cadrò nel giochetto della riforma costituzionale, l’abbiamo votata in tutti i passaggi, ma adesso Di Maio vorrebbe spingere sul taglio delle poltrone per evitare di andare a votare».

Quando arriva a Pescara per il comizio serale il leader della Lega riscalda il pubblico così: «Bisogna fare la cose bene in fretta e con coraggio, non è momento che ci possiamo permettere i no. Sono una persona paziente ma non sopporto più i no. C’è bisogno difare, di fare e sbloccare le opere pubbliche, non abbiamo bisogno di ministri che bloccano le opere pubbliche. Pur di andare avanti siamo disposti a mettere a disposizione le nostre poltrone, ci sono sette ministeri della Lega a disposizione. Per noi la poltrona vale meno di zero, se serve parlano gli italiani».

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Era già tutto scritto e previsto. Quando Giancarlo Giorgetti 18 luglio (ufficialmente per comunicare la sua rinuncia a fare il commissario Ue) si è presentato al Quirinale. In realtà anche per avere rassicurazioni (ottenute) che il Presidente non avrebbe brigato per la nascita di un governo tecnico in caso di crisi e per comunicare che il 7 agosto Salvini sarebbe andato allo show down. Tant’è, che dopo qualche giorno il vicepremier leghista ha dichiarato: «Altro che finestre elettorali, posso aprire la crisi anche a Ferragosto». E così è stato. In un gioco di millimetrico volto a disegnare la crisi.

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