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Il piano Bertolaso che Salvini voleva presentare a Draghi? Bloccato. Ecco perché
neXtQuotidiano 09/02/2021
Fontana accusa il ministero della Salute di aver bloccato la valutazione del piano vaccinale firmato da Bertolaso. La risposta del ministero. E quanto sia realistico il modello proposto in Lombardia
Attilio Fontana, appena il giorno dopo che Salvini aveva annunciato di voler proporre il “modello Bertolaso” a Draghi, accusa il ministero della Salute di averlo bloccato: “Trovo incredibile che il ministero della Salute abbia deciso di bloccare la valutazione, prevista per oggi da parte del Cts, del piano vaccinale di massa della Lombardia”, si legge nella nota in cui Fonanta spiega che “il piano era stato inviato ieri, da me e dalla vicepresidente Moratti, come contributo lombardo e best practice da proporre anche a livello nazionale. Il piano vaccinale, coordinato da Guido Bertolaso, si propone infatti di vaccinare 10 milioni di italiani residenti in Lombardia, un sesto della popolazione nazionale. Riteniamo che il piano vaccinale sia una priorità per tutto il Paese e che non debba sottostare a logiche di parte”. Cosa è successo?
Il piano Bertolaso che Salvini voleva presentare a Draghi? Bloccato
Come racconta Huffington Post oggi era prevista una riunione del CTS alle 13, durante la quale era all’ordine del giorno anche “la valutazione della programmazione di Regione Lombardia per la vaccinazione per esprimere un parere “soprattutto sul fronte logistico gestionale del piano”. Poi però il ministero della Salute ha deciso diversamente. Prima decidendo di rimandare con una telefonata a Attilio Fontana e all’assessora per il Welafare Letizia Moratti e poi con una mail. Il motivo risiederebbe nella necessità, spiega il ministero, di raccordare le iniziative delle singole regioni con le prescrizioni valide su tutto il territorio nazionale. Quindi è tutto rimandato a data da destinarsi. Oggi intanto alle 15.30 era fissato l’incontro tra presidenti di Regioni e il ministro Speranza insieme a quello degli Affari Regionali Boccia. Sarà presente anche Arcuri ma non si parlerà del piano Bertolaso. Anche se “c’è un passaggio formale sul piano vaccini ma è quello condiviso settimana scorsa”. Fino a ora il modello Bertolaso è rimasto poco più di uno slogan: sono state effettuate delle simulazioni per capire quante vaccinazioni si possano effettuare nell’arco di 24 ore. Ma, come racconta il Fatto, non è detto che i dati raccolti siano realistici:
Ieri infatti il Pirellone si vantava di aver vaccinato una persona in 7 minuti: 2 per l’accettazione; 3 per l’a na mnesi; 2 per la somministrazione e 15 d’osservazione. Ciò che è stato taciuto è che quella prova è stata svolta su 8 ore (e non 24); che i vaccinandi erano tutte persone in salute, in grado di capire ed eseguire le istruzioni; tutti operatori di sanità. E che a operare fossero i migliori sanitari di Areu ed esercito. Una condizione difficilmente ripetibile se il modello viene replicato in ogni capoluogo o piccolo paese: secondo il piano vaccinale, per uno spazio “molto grande” (oltre 13.500 mq), dove si possano fare 16.500 vaccini/giorno, servono 452 sanitari (216 medici + 236 operatori) e 150 amministrativi. Un enormità. Non a caso ieri Moratti è tornata ad attaccare il governo chiedendo sanitari e vaccini. Come se non fossero incognite comuni a tutte le Regioni
Inoltre, come sottolineava anche il presidente di Nursing Up, sindacato degli infermieri, c’è qualche perplessità anche sul personale necessario per una campagna vaccinale H24: “Non siamo più solo preoccupati, siamo letteralmente allarmati! In Lombardia eravamo alle prese con una carenza strutturale di 4800 infermieri, ben prima che esordisse il Covid 19: carenza oggi a dir poco raddoppiata, se si pensa a quanto sono saliti i livelli e i tempi di impegno dei professionisti sanitari dopo l’arrivo del Covid 19, e se si considera proprio l’aumento dei carichi di lavoro per trattare quel tipo di pazienti, per non parlare poi dei numerosi colleghi che nel frattempo sono andati in pensione, anche con quota 100″.