“Mondiali in Qatar? Non vado dove non ci sono diritti umani”, la scelta dell’ex capitano tedesco Philipp Lahm

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-08-08

Il Campione del Mondo con la Germania nel 2014 non fa parte della delegazione, ma spiega perché non seguirà la competizione dal vivo. E invita i suoi connazionali ad alzare la voce

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Non è più un calciatore professionista dall’estate del 2017, quando appese gli scarpini al chiodo dopo l’ennesimo successo in campionato con la maglia del suo Bayern Monaco. Squadra di cui è stato uno storico capitano, stesso ruolo ricoperto con la maglia della sua Nazionale durante il trionfo Mondiale nel 2014. Ma Philipp Lahm resta una delle voci più importanti del calcio tedesco, tanto da esser stato nominato direttore dei prossimi Campionati Europei che si terranno proprio nella sua patria nel 2024. Per questo il suo pensiero e il suo mancato viaggio in direzione Qatar in vista del Mondiale in programma in inverno sono destinati a fare rumore.

Philipp Lahm spiega perché non andrà in Qatar per i Mondiali

Nella sua intervista al quotidiano sportivo tedesco Kicker, l’ex capitano di Bayern Monaco e della Nazionale tedesca non usa mezzi termini per spiegare la sua decisione.

“I diritti umani dovrebbero svolgere un ruolo importante nell’assegnazione dei tornei. Se un Paese che va male in questo settore ottiene l’assegnazione allora capisci su quali criteri si basava la decisione. Ciò non dovrebbe accadere di nuovo in futuro. Diritti umani, sostenibilità, dimensioni del Paese: niente di tutto ciò sembra aver avuto un ruolo”.

Il tema dei diritti civili (e sociali, visto che sarà anche vietato esibire una bandiera arcobaleno sugli spalti) in Qatar, dunque, torna a essere uno degli argomenti su cui dibattere. Ovviamente Philipp Lahm spiega che questa sua decisione (e queste sue parole) avrebbero avuto un effetto diverso qualora avesse fatto parto della delegazione tedesca per il Mondiale. Ma, nonostante tutto ciò, anche la sua scelta di non andare in Qatar per seguire la competizione da tifoso è simbolica e importante.

Inoltre, l’ex capitano della Germania Campione del Mondo nel 2014, spera che alcuni dei “senatori” all’interno della Nazionale tedesca (come il portiere Manuel Neuer, ma non solo) facciano sentire la propria voce e battano ripetutamente il tasto dell’assenza e della scarsità dei diritti umani in Qatar:

“Abbiamo parlato molto di valori. Da giocatore non puoi voltare lo sguardo. Sarebbe importante ne parlassero ed è quello che mi auguro”.

(foto IPP/Alexander Vilf)

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