La lingua cambia

di Tommaso Giancarli

Pubblicato il 2016-02-25

Tutti, tranne i polemisti di professione e chi non perde occasione per fare la cappella, hanno apprezzato la bella vicenda del bambino ferrarese che ha coniato il termine “petaloso”, previo interessamento della sua maestra e dell’Accademia della Crusca; pochi sanno, però, che negli stessi giorni è giunta alla stessa istituzione un’altra letterina, vergata da un …

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Tutti, tranne i polemisti di professione e chi non perde occasione per fare la cappella, hanno apprezzato la bella vicenda del bambino ferrarese che ha coniato il termine “petaloso”, previo interessamento della sua maestra e dell’Accademia della Crusca; pochi sanno, però, che negli stessi giorni è giunta alla stessa istituzione un’altra letterina, vergata da un bimbo napoletano, il quale chiede, con grande cortesia e dando del voi agli illustrissimi studiosi, se per caso non sia possibile inserire nel vocabolario della lingua italiana l’aggettivo “petardoso”, con il doppio significato di atmosfera satura di polvere da sparo dopo lo scoppio di numerosi fuochi d’artificio e di soggetto che emette fiamme dalle mani (tramite, ma non è importante dal punto di vista letterario ed emotivo, apparecchiature acconce).
petaloso
La Crusca ha risposto, come all’altro monello dello stucchevole petaloso, che tutto dipende dall’utilizzo che si farà in futuro della nuova parola, da quanto verrà scritta e detta e bla bla; purtroppo, quanto allo scritto, si valuta che la scarsità di gente con tutte le dita nella zona di invenzione del lemma finisca col danneggiare “petardoso”. Quanto all’uso orale, si confida nell’aiuto di rapper goffi e vittimisti e nel prossimo Sanremo.

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