Attualità
Quei poliziotti coraggiosoni che non si fanno avanti dopo il pestaggio di Stefano Origone
neXtQuotidiano 28/05/2019
Il cittadino (e giornalista) è stato pestato dalla polizia a Genova il 23 maggio 2019, sono passati cinque giorni e il vicequestore si è scusato ma ancora nessuno dei poliziotti che l’ha picchiato si è preso le sue responsabilità
La polizia, si dice, in uno Stato democratico è al servizio del cittadino. Il cittadino (e giornalista) Stefano Origone è stato pestato dalla polizia a Genova il 23 maggio 2019, sono passati cinque giorni e il vicequestore si è scusato ma ancora nessuno dei poliziotti che l’ha picchiato si è preso le sue responsabilità. Spiega oggi Repubblica:
Ancora nessun agente del Reparto Mobile di Bolzaneto si è riconosciuto nelle immagini che mostrano sette uomini in divisa picchiare selvaggiamente il giornalista e mandarlo all’ospedale con dita e costole rotte, un trauma cranico e una prognosi, per ora, di trenta giorni. Nonostante le indagini della Procura vadano avanti, e la prima lista di venti agenti coinvolti si sia ridotta a meno di dieci uomini, per ora vince il silenzio.
Tanto che il procuratore aggiunto Francesco Pinto ha ammesso: «Se gli agenti non dovessero essere identificati celermente, si rischierebbe di tornare a tempi bui, a episodi già vissuti». E il riferimento è, ancora una volta, all’inchiesta sul G8. A quella pagina nerissima quando «si arrivò a proteggere l’anonimato a tal punto che non si riuscì nemmeno a identificare chi aveva sottoscritto un verbale». Solo che oggi è diverso. Non soltanto perché «si tratta di un’altra epoca e c’è la massima fiducia nella polizia», giurano in Procura.
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La procura ha cominciato il suo lavoro:
Poi ci sono gli interrogatori. Nelle prossime ore verrà sentito dal pm Gabriella Dotto il dirigente del commissariato di Nervi, Stefano Perria. A lui era stata affidata la squadra del Reparto Mobile di Bolzaneto protagonista del pestaggio. Dei dieci agenti che la compongono, nelle immagini si vede un gruppo di sette che picchia Stefano Origone con calci e manganellate. Il poliziotto che invece ha salvato il nostro cronista, Giampiero Bove, coordinava l’altra squadra del Reparto Mobile, e appena ha riconosciuto Origone l’ha protetto e tirato fuori dalla mischia.
Però c’è uno strano clima di omertà, si direbbe. Ma Gabrielli quand’è che batte un colpo?
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