Perché Virginia Raggi avrebbe ragione a non voler le Olimpiadi a Roma, ma…

di David Puente

Pubblicato il 2016-09-26

Interessante l’articolo pubblicato l’undici febbraio 2016 da L’Espresso, dal titolo “Ignazio Marino: «Quel patto tra Malagò, Montezemolo e Renzi contro il bene di Roma»“, dove l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino racconta alcuni particolari curiosi relativi alle Olimpiadi 2024. La scelta della zona di Tor Vergata in cui far sorgere il Villaggio Olimpico nel progetto …

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Interessante l’articolo pubblicato l’undici febbraio 2016 da L’Espresso, dal titolo “Ignazio Marino: «Quel patto tra Malagò, Montezemolo e Renzi contro il bene di Roma»“, dove l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino racconta alcuni particolari curiosi relativi alle Olimpiadi 2024.

La scelta della zona di Tor Vergata in cui far sorgere il Villaggio Olimpico nel progetto per la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024, secondo l’ex sindaco Ignazio Marino, è stata «ossessivamente caldeggiata da Giovanni Malagò, da Luca Cordero di Montezemolo e suppongo da Matteo Renzi». L’ex primo cittadino della Capitale lo scrive in una lettera a l’Espresso, che è pubblicata nel numero in edicola venerdì 12 febbraio e online su Espresso Plus , che prende spunto dall’inchiesta giornalistica della scorsa settimana intitolata “ Ora e sempre palazzinari ”, in cui è sottolineato come «a Tor Vergata la Vianini del costruttore Caltagirone ha una concessione datata 1987 su terreni di proprietà dell’ateneo in parte espropriati al cassiere della banda della Magliana Enrico Nicoletti».
Secondo Marino l’amministrazione capitolina ha scelto questa zona perché «ossessivamente caldeggiato» anche da Renzi.
L’ex sindaco svela che la sua idea «era a favore di un lascito pubblico alla città, realizzabile nell’area fra la Flaminia e la Salaria, che consentirebbe una trasformazione urbanistica utilissima non solo al mese delle Olimpiadi ma alla vita futura di Roma. Avevamo proposto la realizzazione di un grande parco fluviale, messo al servizio dei romani lungo il Tevere, nell’area compresa tra il grande raccordo anulare e la via Olimpica, dove oggi ci sono un agglomerato spesso informe di edifici, fabbriche, depositi, la sede principale della Rai e quella di Sky».
Secondo il progetto di Marino «il complesso che ospiterà gli atleti avrebbe dovuto sorgere riqualificando strutture come un ex deposito Atac, un depuratore, un impianto per i rifiuti che volevo chiudere e parte degli edifici dell’aeroporto dell’Urbe. Cemento esistente, quindi, non nuove case, ma spazi verdi e di socializzazione intorno a strutture riconvertite».
«Queste strutture, una volta terminate le Olimpiadi, sarebbero state utilizzate per la nuova “Città della giustizia”. Avremmo fatto in modo che le stanze che per un mese ospiteranno gli atleti (ne servono 9.500), divenissero uffici per giudici, procuratori, cancellieri, avvocati, eccetera», spiega Marino, che svela l’idea di tre progetti che sarebbero stati sottoposti con un referendum al giudizio dei romani.
«Nessun romano conosce o ha condiviso il progetto che Giovanni Malagò e Luca Cordero di Montezemolo presenteranno il 17 febbraio alle televisioni. Provo a fare una profezia: ci diranno che il Villaggio Olimpico si dovrà fare nel verde di Tor Vergata e si dovrà prolungare la metro C. Il risultato è che le Olimpiadi secondo il modello Renzi saranno al servizio di altri interessi, non di quelli dei romani. Per rendersene conto, basta vedere la foto del 21 febbraio scorso a Losanna: all’incontro ufficiale c’erano Renzi, Malagò e Montezemolo. Ma non c’era Roma».

Marino aveva una sua idea, che con una giunta a suo favore avrebbe potuto dimostrare che si possono sfidare i “palazzinari” e le “lobby del cemento”. Svela anche l’idea di un referendum da sottoporre ai cittadini romani. Le possibilità sono sfumate per lui, ma ora è il turno di Virginia Raggi, che ha dalla sua un’intera maggioranza pentastellata con la quale può decidere quello che vuole senza compromessi con eventuali alleati. Durante una conferenza stampa tenuta il 25 febbraio 2016 a Roma (video), Virginia Raggi dichiarò quanto segue:

Se la città dovesse riuscire a risorgere dalle miserie nelle quali è sprofondata, magari per il 2024 potrebbe anche essere pronta per una gestione pulita delle olimpiadi. […] Quello che auspichiamo è che, piano piano con noi al governo, la città possa ricominciare a vivere e a utilizzare le risorse in maniera intelligente, per i cittadini.


Già nel 2015 Virginia Raggi, allora consigliera comunale, era contraria alle olimpiadi (video) per il semplice fatto che non vi potesse essere certezza che non vi potessero essere casi di corruzione e mala gestione:

Le olimpiadi sono soldi, e sapete come noi a Roma amministriamo i soldi? Ve lo voglio dire. Lo voglio dire soprattutto al CIO. Parliamo dei grandi impianti, la Metro C ha visto un aumento dei costi del progetto di oltre 800 milioni di euro. La Città dello Sport ha visto e ha contato sino ad oggi una differenza tra il primo e l’ultimo preventivo di 600 milioni di euro. La Nuvola di Fuksas oltre 30. La nuova Fiera di Roma 360 milioni di costi per una struttura che sta crollando. Allora, iniziamo col dire che noi a Roma i soldi li sprechiamo e non siamo capaci di non farlo, lo abbiamo fatto sino ad oggi. Chi ci da la garanzia che questo non avverrà? Ricordiamolo, teniamolo sempre a mente, perché le olimpiadi sono soldi e non sono soldi per ricostruire, per creare nuove infrastrutture, quelli saranno una parte marginale. Il resto andrà in un sistema che se non è Mafia Capitale è molto simile, si chiama corruzione. A Roma è endemica, sappiatelo. Lo dovete sapere.


Potremmo riportare le dichiarazioni di Luigi Di Maio, vice presidente della Camera dei Deputati, membro del “Direttorio” del Movimento 5 Stelle e papabile candidato Premier alle prossime elezioni:

“La sosterremo se vinceremo a Roma. Se invece dobbiamo affidare la gestione delle olimpiadi a chi solo gestendo i campi Rom ha creato mafia capitale allora no, preferiamo restiutuire prima i servizi essenziali alla città. Speriamo di vincere e di essere i migliori alleati delle olimpiadi per fare un ottimo lavoro” (Luigi Di Maio, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo il 15 dicembre 2015 – video)


Come potete ben comprendere, il problema riguarda la gestione dei soldi e del progetto. La precedenti amministrazioni si sarebbero dimostrate incapaci di gestire i soldi a disposizione e si sono fatte “inquinare” dal malaffare (vedi Mafia Capitale), di conseguenza la paura che ciò avvenga anche per le olimpiadi era comprensibile da parte dei grillini nel caso avesse vinto di nuovo il PD. Nel 2015 la Raggi domandava in assemblea capitolina “Chi ci dà la garanzia che questo non avverrà?“, ma ora ci sono loro con una maggioranza utile ad affrontare la sfida. Tuttavia, visti i primi mesi trascorsi alla guida di Roma, tra dimissioni in polemica, assessori indagati, scivoloni sulla trasparenza, guerre interne tipiche delle correnti dei partiti politici e la lunga ricerca di nuovi assessori disposti a mettersi in gioco assieme a loro, è comprensibile che i pentastellati non si sentano sicuri di affrontare un simile evento e dimostrare agli italiani che la loro professata politica dell’onestà possa realmente (almeno per ora) cambiare il volto del Paese.

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