Perché Salvini chiede di votare per i referendum e per le amministrative nello stesso giorno

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-02-17

Oggi il segretario della Lega Matteo Salvini ha chiesto un “Election Day” in primavera per i referendum sulla giustizia e le amministrative. Lo ha giustificato parlando di “risparmio da 200 milioni di euro”, ma dietro potrebbe esserci una precisa strategia politica

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A caldo, subito dopo la pronuncia di “inammissibilità” del quesito referendario sull’eutanasia da parte della Corte costituzionale, la reazione di Matteo Salvini aveva sorpreso tutti. “Sono dispiaciuto, la bocciatura di un referendum non è mai una buona notizia”, aveva scritto. Poi è arrivato anche lo stop a quello sulla cannabis. “Mi spiace che alcuni referendum non sono stati ammessi – ha detto oggi in conferenza alla Camera – ma sia su eutanasia che su droghe avrei votato contro. La Corte avrà avuto i suoi motivi”. Sincero rammarico o strategia politica?

Perché Salvini chiede un “election day” per referendum e amministrative

Come riporta il Fatto Quotidiano, dopo aver appreso la notizia dal Palazzo della Consulta sulle chat della Lega qualcuno ha previsto un possibile impatto negativo sui 5 dei 6 quesiti proposti proprio dal Carroccio insieme ai Radicali per rifondare la giustizia: “Guardate che così al quorum non ci arriviamo”, e ancora: “Non riusciremo mai a portare metà degli italiani a votare sull’elezione dei componenti del Csm”. Due argomenti maggiormente “sentiti” dalla popolazione, come il suicidio assistito e la coltivazione della cannabis, avrebbero trascinato molti più italiani al voto, soprattutto tra i giovani. Esprimere un parere sull’abolizione della legge Severino o sulla separazione delle carriere dei magistrati potrebbe non appassionare abbastanza il Paese al punto da portare alle urne il 50% più uno degli aventi diritto, necessario per evitare che la consultazione venga invalidata.

Risulta difficile non leggere in questa ottica la richiesta avanzata oggi proprio da Salvini, che ha proposto un “election day” in primavera che accorpi i “suoi” referendum alle elezioni amministrative che coinvolgeranno a breve 25 capoluoghi tra i quali L’Aquila, Catanzaro, Palermo, Genova, Parma. Alla stampa ha provato a venderla come un’idea per tagliare i costi logistici: “Se vogliamo risparmiare 200 milioni allora potremmo pensare a uno stesso giorno per le amministrative”. Ma è innegabile che la questione del quorum lo preoccupi: “Siamo nelle mani del popolo italiano, saranno loro a decidere come usare questa libertà”.

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