Perché i giovani medici vanno assunti subito nel SSN

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-12-27

L’appello del Corriere: è la sola riforma possibile. Nei nostri ospedali l’età media è di 55 anni: in un decennio ne serviranno almeno ottantamila

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Dopo tante belle parole sui giovani italiani di talento per rimediare alle figure di merda del ministro Poletti, c’è l’occasione per i fatti. Giuseppe Remuzzi sul Corriere della Sera di oggi lancia infatti un appello per i giovani medici italiani che meritano di essere assunti nel Servizio Sanitario Nazionale. Gli ospedali italiani hanno infatti una media d’età dei loro medici intorno ai 55 anni, tra le più alte d’Europa, e 80mila medici nel giro di dieci anni andranno in pensione. Non solo: 3mila medici italiani sono andati a lavorare nel Regno Unito, perché in Italia non trovano niente:

Abbiamo già avuto occasione di scrivere che questi ragazzi — merito forse del test di ingresso a medicina che è riuscito a selezionare i più preparati e anche quelli più motivati — sono bravissimi. E non basta, per chi frequenta le scuole di specialità, le università e le Regioni stipulano un contratto di formazione con un salario piuttosto buono, questo rispetto al passato è un grande passo avanti. E dopo? Dopo più niente. Il contratto di formazione «non dà in alcun modo diritto all’accesso ai ruoli del Sevizio sanitario nazionale e dell’università e non determina l’instaurazione di alcun rapporto di lavoro». E allora? I più fortunati trovano un contratto libero-professionale in qualche ospedale che riesce a racimolare qualche soldo per loro, o qualche guardia in case di cura private, gli altri sono senza lavoro. Non ce lo possiamo più permettere. Bisogna trovare il modo che questi ragazzi entrino gradualmente a far parte dell’organizzazione (all’inizio avranno contratti a termine, poi i più bravi li dovremmo assumere).
A una condizione però: che siano disponibili a dedicarsi a tempo pieno al Servizio sanitario nazionale, quelli che conosco io ne sarebbero felici. Così si potrebbero fare interventi chirurgici anche al pomeriggio e Tac e risonanze magnetiche alla dieci di sera e il sabato e la domenica. Non ci sarebbero più liste d’attesa, si verrebbe incontro alle esigenze di lavoro di chi si rivolge a noi e si risparmierebbe perché i medici davvero bravi non sprecano. Chi dopo il periodo di formazione dimostrerà di non avere interesse per l’ospedale sarà medico di famiglia ma avrà imparato a lavorare con gli specialisti e in questo modo si risolve anche la famosa «continuità assistenziale fra ospedale e territorio» di cui tutti parlano e che pochissimi sono riusciti a mettere in pratica. Nessuno in un ospedale pubblico si sentirebbe più dire «mi dispiace, non c’è posto». «Ci sarà domani?» «Non lo so, richiami», oppure «Per la mammografia c’è da aspettare sei mesi salvo che lei non paghi, in quel caso si fa subito».

giovani medici
I medici in Italia (Corriere della Sera, 27 dicembre 2016)

Spiega il Corriere che i cittadini spendono 30 miliardi l’anno oltre la tassa della salute per avere esami per i quali la lista d’attesa è troppo lunga. Con le assunzioni questo succederebbe di meno o per nulla. C’è solo da agire.

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