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Perché Davide Paitoni ha potuto stare con il figlio e ucciderlo nonostante i domiciliari?
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2022-01-03
L’uomo è stato arrestato, ma ci sono alcuni dettagli attorno a questa vicenda che rendono questo caso di difficile comprensione. Anche procedurali
Lo ha ucciso colpendolo alla gola nel sonno, tentando di nascondere il suo corpicino nell’armadio. Poi è uscito di casa e con una scusa ha tentato di togliere la vita anche alla sua ex moglie, nonostante fosse agli arresti domiciliari per l’accusa di aggressione (tentato omicidio) ai danni di un collega. La tragedia è avvenuta a Morazzone, nel Varesotto, sabato sera con il 40enne Davide Paitoni che ha ucciso suo figlio di 7 anni, Daniele, probabilmente per vendicarsi della sua ex consorte. E la confessione è arrivata attraverso alcuni biglietti lasciati in giro per casa.
Davide Paitoni, il padre ai domiciliari che ha ucciso il figlio a Morazzone
“So che non sarò perdonato, ma l’ho fatto per vendicarmi di quella donna che mi ha tradito”. Questo il testo di uno dei messaggi lasciati in casa dall’uomo e rivolti a suo padre che viveva con lui in quell’abitazione di Morazzone in cui stava scontando gli arresti domiciliari. Una vendetta per motivi che non sono ancora chiari, iniziata con l’omicidio del figlioletto con una coltellata alla gola e che stava per proseguire con l’assassinio della sua ex moglie che, però, è riuscita ad avvisare le forze dell’ordine mettendo l’uomo in fuga. Una fuga durata tutta la notte, prima di essere fermato nella zona di Viggiù. Una volta individuato a raggiunto dai carabinieri, Davide Paitoni ha anche minacciato il suicidio, prima di essere fermato e arrestato.
E adesso dovrà rispondere alle domande degli inquirenti, mentre c’è grande indignazione non solo per l’omicidio, ma anche perché è stato consentito a un uomo agli arresti domiciliari di incontrare il figlio per capodanno. Ma non si tratta di un qualcosa che ha travalicato i confini della legge, come spiega al quotidiano La Stampa Ciro Cascone, capo della Procura il Tribunale per i minorenni di Milano:
“In queste situazioni, se nulla prevede il provvedimento che dispone la misura, il giudice civile può intervenire su richiesta della madre, non per il semplice fatto che il papà è ai domiciliari, ma perché ha dato prova di pericolosità. Cioè solo se gli vengono rappresentati motivi chiari che possano nuocere al bambino”.
Il procuratore spiega di non essere a conoscenza delle carte del caso che ha visto coinvolto Davide Paitoni e, dunque, la sua ricostruzione è figlia delle precedenti decisioni in casi analoghi. Perché è il giudice a valutare l’affidabilità di un genitore, anche coinvolto in un caso di cronaca. Il caso, però, sembra essere molto spinoso vista la grave accusa che pendeva sul capo dell’uomo: nel mese di novembre, infatti, venne arrestato per aver aggredito con un taglierino un collega (lavorava in un’azienda di Azzate come magazziniere) al culmine di una lite tra i due. Una vicenda che Il Messaggero ricostruisce così:
Lui ha sempre un taglierino in tasca, gli serve per aprire gli scatoloni, ma questa volta lo afferra per regolare i conti: colpisce il rivale alla schiena, la vittima viene ricoverata in prognosi riservata e il gip di Varese Anna Giorgetti dispone per Paitoni i domiciliari per soli tre mesi, valutando la vicenda come poco chiara e disponendo ulteriori indagini in quel lasso di tempo.
Il codice rosso
Nelle ultime ore, poi, si è parlato anche del “Codice Rosso” per reiterate violenze ai danni dell’ex compagna di Davide Paitoni. La procedura era stata avviata nel 2019, ma – come riportano TgCom24 – non sarebbe stata presentata alcuna denuncia da parte della donna, ma da terze parti. Mentre Il Messaggero sostiene che sia stata proprio l’ex moglie a sporgere denuncia per maltrattamenti. Sta di fatto che quel procedimento – che dovrebbe far salire l’attenzione sul comportamento dell’uomo, era stato avviato, ma senza una vera e propria prevenzione. Nonostante questo, infatti, gli era stato consentito di vedere il figlio – e non solo a Capodanno – che poi è stato ucciso nella sua abitazione.
(foto: da Facebook)