Opinioni

Perché Davide Casaleggio attacca i giudici

Alessandro D'Amato 26/10/2016

Il MoVimento nato con il tintinnar di manette adesso attacca i giudici. Di più: a farlo è proprio il figlio del fondatore Gianroberto, quel Davide Casaleggio che raccoglie l’eredità del padre e che nell’appello al voto per le modifiche di regolamento e Non Statuto però parla proprio di “attacchi giudiziari e politici” da rintuzzare attraverso […]

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Il MoVimento nato con il tintinnar di manette adesso attacca i giudici. Di più: a farlo è proprio il figlio del fondatore Gianroberto, quel Davide Casaleggio che raccoglie l’eredità del padre e che nell’appello al voto per le modifiche di regolamento e Non Statuto però parla proprio di “attacchi giudiziari e politici” da rintuzzare attraverso il voto. Come mai?

Abbiamo già dimostrato che un MoVimento di democrazia diretta online fuori dallo schema partitico tradizionale può diventare prima forza politica del Paese. A seconda che siano sopra un terzo, sopra la metà, sopra i tre quarti o addirittura la totalità degli iscritti maggiori saranno le nostre difese dagli attacchi giudiziari e politici. Hanno iniziato modificando le regole per la competizione elettorale e non possiamo sapere fino a che punto arriveranno pur di non far andare il MoVimento 5 Stelle al governo.

davide casaleggio giudici
Intanto bisogna sottolineare che per la prima volta dall’inizio del voto Casaleggio ieri ha ammesso che c’è bisogno di un quorum per validarlo, anche se l’ha fatto a modo suo: «A seconda che siano sopra un terzo, sopra la metà, sopra i tre quarti o addirittura la totalità degli iscritti maggiori saranno le nostre difese dagli attacchi giudiziari e politici». Come sappiamo, ci vuole il 75% degli iscritti al voto per validare le modifiche proposte dai vertici del M5S. E sappiamo anche che questo non basterà per fermare gli eventuali ricorsi in tribunale.
Ma soprattutto: Casaleggio ce l’ha non tanto con tutti i giudici, come Berlusconi ai bei tempi. Ce l’ha soltanto con quei giudici che dando ragione agli attivisti romani e napoletani hanno cancellato le espulsioni comminate a pene di segugio generando così il “terremoto legale” nel M5S che ha portato al voto sulle modifiche ai regolamenti. E, anche questo dettaglio non è da dimenticare, dovranno anche decidere sui risarcimenti richiesti dagli espulsi: come Mario Canino, orientato a chiedere 150mila euro (come da clausola danni per l’eventuale cambio di casacca) per l’esclusione dalla lista per il comune di Roma. O come Roberto Motta, che, scrive oggi Iacoboni sulla Stampa, punta ancora più in alto: 1,1 milioni di euro. Se il giudice dovesse dare l’ok al risarcimento sarà curioso scoprire chi materialmente dovrà pagare. E con i soldi di chi.

Leggi sull’argomento: Il nuovo regolamento del MoVimento serve solo a proteggere Beppe Grillo

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