Pensioni, come funziona il part time agevolato

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-04-14

I dipendenti privati che entro il 31 dicembre 2018 maturano i requisiti per la pensione di vecchiaia con l’accordo del datore di lavoro possono decidere di ridurre l’orario di lavoro in misura compresa tra il 40 e il 60 per cento, con conseguente perdita sulla retribuzione

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Come funziona il part-time agevolato varato ieri dal governo per chi è vicino alla pensione e di quanto si riduce lo stipendio? Il ministero del Lavoro ha varato ieri il decreto di attuazione per che dà il via al tempo ridotto per chi è a tre anni dall’uscita dal lavoro per vecchiaia, che permette di passare dal regime a tempo pieno a un orario parziale (dal 40 al 60% di quello normale) prendendo però una retribuzione pari a circa i due terzi di quella ordinaria.

Pensioni, come funziona il part time agevolato

I dipendenti privati che entro il 31 dicembre 2018 maturano i requisiti per la pensione di vecchiaia con l’accordo del datore di lavoro possono decidere di ridurre l’orario di lavoro in misura compresa tra il 40 e il 60 per cento,con conseguente perdita sulla retribuzione. Ma la decurtazione sarà in parte compensata dai contributi a carico del datore di lavoro, che invece di essere girati all’Inps andranno direttamente, esentasse, nella busta paga dell’interessato. A sua volta lo Stato verserà una quota equivalente a titolo di contribuzione figurativa: in questo modoal momento di uscire a pieno titolo il lavoratore si troverà stessa pensione a cui avrebbe avuto diritto in condizioni normali. Il Messaggero ha riepilogato in un’infografica di quanto si riduce lo stipendio con il part time agevolato:

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Di quanto si riduce lo stipendio con il part time agevolato (Il Messaggero, 14 aprile 2016)

La contribuzione figurativa, commisurata alla retribuzione corrispondente alla prestazione lavorativa non effettuata, viene riconosciuta nel limite massimo di 60 milioni di euro per il 2016 (120 milioni per il 2017 e 60 milioni per il 2018). Raggiunta questa cifra non saranno prese in considerazione nuove istanze. L’opzione, secondo il presidente della Commissione lavoro del Senato, Maurizio Sacconi “sarà ragionevolmente utilizzata da pochissime grandi imprese” dato che è molto onerosa (il datore di lavoro eroga in busta paga contributi anche per l’orario non lavorato) e a fronte di un contratto poco desiderabile per entrambe le parti. Meglio sarebbe, sottolinea, introdurre maggiore flessibilità sull’età di uscita.

Il part time agevolato precluso alle donne

Ma per le donne questa opzione appare esclusa dato che le lavoratrici del settore privato nate nel 1951 sono già andate in pensione nel 2012 grazie alla ‘finestra mobile’ e quelle nate nel 1952 andranno entro quest’anno grazie a quanto previsto dalla riforma Fornero per evitare per questa classe “la rincorsa” della pensione fino al 2018. Le nate nel 1953 non potranno comunque utilizzare l’opzione dato che raggiungeranno i requisiti per la vecchiaia dopo la fine del 2018. Il decreto attuativo appena firmato sul part time prevede la possibilità di fare un contratto molto conveniente per il lavoratore vicino alla pensione.

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