Giuliano Pazzaglini: tutta la storia del sindaco leghista indagato per i soldi dei terremotati spariti

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-01-23

Ha ricevuto una donazione dopo un’iniziativa di beneficenza ma non l’ha versata nelle casse del Comune. Dice di aver distribuito il denaro ma non ci sono fatture

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Giuliano Pazzaglini non è un sindaco qualunque: a Visso sono state le sue denunce e le sue battaglie per i terremotati a renderlo protagonista sulla ricostruzione dopo il terremoto nelle Marche. Per questo l’indagine per peculato nei confronti suoi e di Giovanni Casoni, presidente della Croce Rossa locale, è arrivata inaspettata.

La storia del sindaco leghista indagato per i soldi dei terremotati spariti

Pazzaglini è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Macerata per vari reati contro la Pubblica amministrazione legati a donazioni post sisma 2016 per un ammontare di decine di migliaia di euro che mancherebbero all’appello. In particolare anche due consistenti donazioni di Emil Banca di Bologna. In questo primo filone gli viene contestato il reato di peculato. Riguarda la somma di 11.800 euro di una iniziativa di beneficenza organizzata da Moto Nardi “In moto per ricostruire” a favore dei commercianti, di cui non vi è traccia. Soldi in contanti consegnati al sindaco in Comune dal titolare, Vincenzo Cittadini. Il senatore alcuni mesi fa ha reso dichiarazioni spontanee in presenza dell’avvocato Giuseppe Villa che lo difende con l’avvocato Giancarlo Giulianelli di Macerata. La procura ha sequestrato dal suo conto 10300 euro, che risultano spesi senza pezze d’appoggio.

giuliano pazzaglini

Lui ieri dopo la diffusione della notizia si è difeso su Facebook: «Secondo il p.m. di macerata avendo ricevuto una donazione come sindaco avrei dovuto versarla nelle casse del comune e rendicontarla secondo le modalità pubbliche. Per questo si è considerata irrilevante la contabilità che ho redatto, e che avrei depositato se avessi ricevuto un avviso di garanzia per le indagini in corso anziché averne notizia da Facebook. Secondo i miei legali (Avv. Villa di Fermo e Avv. Giulianelli di Macerata) avendo comunque io speso la donazione a favore dei destinatari, secondo le indicazioni avute dai donanti, il reato è escluso e confido di dimostrarlo nelle sedi opportune”.

Il sindaco e le accuse sui soldi dei terremotati

Sono due i filoni d’indagine della procura di Macerata sulle donazioni per i terremotati e il sindaco di Visso. Il primo è quello che riguarda i soldi dei motociclisti mentre l’altro è ancora coperto da segreto istruttorio. Indagato anche Giovanni Casoni che, secondo il Fatto, Pazzaglini ha portato con sé in Senato come assistente dopo che era stato costretto a dimettersi da presidente della Croce Rossa locale a seguito dell’inchiesta del Fatto che aveva rivelato che Pazzaglini fosse socio di Casoni nella Sibyl Project per il confezionamento di cesti con prodotti tipici acquistati dai produttori locali da rivendere sul mercato conla scritta “Ripartiamo da qui… Pacco solidale Sisma”. Una normale attività commerciale, finalizzata al profitto, certamente, se non fosse che la scritta sui pacchi lasciava intendere che acquistarli equivalesse ad aiutare i terremotati oltre al fatto che i soggetti interessati all’affare erano il sindaco e il presidente della Croce Rossa.

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Il Fatto aveva anche rivelato la storia di sei casette di legno donate a Visso dai Comuni di Meolo (Venezia) e Taino (Varese)transitate nelle società del senatore e di Casoni attraverso operazioni opache a cui si è aggiunto un corposo esposto di cittadini sulle donazioni. Il sindaco però su Facebook ha negato che Casoni sia stato costretto a dare le dimissioni.

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