Zaki racconta la sua prima doccia calda dopo due anni di carcere, i webidioti lo criticano perché non sa l’italiano | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-13

Lo studente è intervenuto in collegamento con “Che Tempo che fa”, raccontando tutte le sue emozioni dopo la scarcerazione

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Si è commosso vedendo scorrere davanti ai suoi occhi le immagini delle centinaia di manifestazioni che si sono svolte nel corso di questi 22 mesi in Italia per chiedere la sua liberazione. Non vede l’ora di poter fare ritorno in quella sua Bologna che per tutto questo tempo ha vissuto con il fiato sospeso attendendo un lieto fine direttamente da Mansoura. Poi ha raccontato i suoi primi pensieri, le sue prime emozioni e quell’esigenza primaria di farsi una doccia – simbolo di normalità dopo quasi 700 giorni in carcere – non appena varcata la soglia di casa dopo aver ricevuto l’affetto dei suoi familiari. Patrick Zaki, in collegamento con Fabio Fazio, ha parlato di tutto questo.

Patrick Zaki a “Che Tempo che fa” e i webidioti lo criticano per la lingua

La doccia è esattamente quel senso di libertà. Quel gesto che per molti appare banale, ma dopo 22 mesi trascorsi su un umido pavimento del carcere di Tora è il simbolo concreto di quella libertà. E Patrick Zaki ha raccontato di non vedere l’ora che quella normalità torni a essere parte integrante della sua vita, magari proprio in Italia. A Bologna. La sua Bologna.

“L’udienza non è stata tenuta. Quello che so di sicuro è che per il momento non ho nessun divieto di viaggiare. Sarebbe un sogno essere a Bologna domani, spero di farcela al più presto. Dita incrociate per la prossima udienza, spero di tornare al Bologna al più presto”.

L’attesa per l’incontro con Liliana Segre

Patrick Zaki è stato sommerso dall’affetto degli italiani. Non sono mancati attimi di commozione quando Fabio Fazio ha mandato in onda una breve clip che riassumeva tutte le manifestazioni che si sono intervallate durante la sua detenzione.

E tra le personalità che hanno sempre espresso vicinanza al 30enne egiziano c’è stata anche la senatrice a vita Liliana Segre, a cui lo stesso Zaki ha voluto rispondere accettando il suo invito: “Per me è davvero un grandissimo onore essere citato da una persona come Liliana Segre, che ha una visione incredibile. Avrò il grandissimo piacere, se potrò, di incontrarla. E’ stata di grande ispirazione. Grazie ancora per ciò che ha fatto e detto su di me”.

I webidioti social

In attesa di vedere quel che accadrà il prossimo 1° febbraio, giorno dell’udienza del suo processo, dall’Italia – come nel più classico gioco delle parti – ci sono stati anche alcuni benpensanti che hanno criticato lo studente perché non ha parlato in italiano nella sua intervista.

 

E questa è solo il “meglio” dell’offerta social contro Patrick Zaki. In pochi sanno, però, che Patrick Zaki ha iniziato i suoi studi a Bologna prima di essere arrestato. Pochi mesi, poi la detenzione nel carcere di Tora in Egitto. Parla italiano – lo disse anche nella sua prima intervista dopo la scarcerazione -, ma preferisce parlare in inglese per evitare di essere frainteso visto che non ha la piena padronanza della lingua. Insomma, polemiche astruse di chi – basta fare una rapida scorsa di alcuni profili social – ha serie lacune nella lingua madre, nonostante sia fieramente (con tanto di bandierine al seguito) nato in Italia.

(foto e video da “Che Tempo Che Fa”, RaiTre)

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