«Pasquaretta ha ottenuto il contratto con Castelli grazie alla sindaca»

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-02-05

La Appendino, secondo l’accusa, si spese nei confronti dell’ex portavoce. Che intanto minacciava di andare in procura e vuotare il sacco se non fosse stato accontentato

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Gli incarichi dati da Tiziana Beghin e da Laura Castelli all’ex portavoce di Chiara Appendino Luca Pasquaretta sono una delle evidenze che hanno portato la procura di Torino a indagarlo per estorsione. E anche se la Castelli si è affrettata a scaricarlo non appena è uscita la notizia dell’indagine,  secondo il pm Gianfranco Colace, titolare del fascicolo insieme all’aggiunto Enrica Gabetta sarebbero il risultato della strategia delle minacce che lo ha infilato nei guai per la terza volta.

 

Come Pasquaretta ha ottenuto il contratto con Castelli grazie alla sindaca

Pasquaretta in ogni caso è un grillino vero: la dimostrazione sta nella dichiarazione che ha rilasciato alla stampa dopo la notizia dell’ennesima inchiesta, quando ci ha tenuto a ricordare che “siamo tutti innocenti fino a prova contraria”. Ovvero l’esatto contrario della propaganda grillina che ha portato a risultati come l’elezione di Appendino a sindaca: considerare l’avviso di garanzia più o meno come una sentenza di pena di morte per ghigliottina. Oggi che tocca a lui, Pasquaretta scopre le virtù del garantismo e proprio per questo non si meritava di essere scaricato da Castelli & Co.

Spiega oggi La Stampa che la tesi degli inquirenti è che Pasquaretta avrebbe ottenuto un incarico e raggiunto un accordo per un altro attraverso una presunta estorsione. Che pare sia stata indirizzata alla sindaca ma mai direttamente compiuta in prima persona. L’accordo raggiunto è quello con il viceministro (senza deleghe) al ministero dell’Economia Laura Castelli, di cui diventò collaboratore mesi fa. L’altro «risultato» che sarebbe stato ottenuto con un pressing non lecito indirizzato alla sindaca è quello – secondo l’ipotesi d’accusa -che l’ex portavoce di Appendino pare avesse trovato con Tiziana Beghin, europarlamentare del M5S, 47 anni, imprenditrice. La collaborazione non divenne mai ufficiale ma a un certo punto fu lo stesso Pasquaretta a parlarne. Pare non si concretizzò nulla quando Beghin, inizialmente indicata come tra le papabili candidate alle primarie per le elezioni regionali del 2019, uscì dalla corsa.

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Le intercettazioni di Pasquaretta 

Pasquaretta oggi secondo il quotidiano di Torino non risponderà alle domande del pubblico ministero, mentre i magistrati potrebbero sentire presto Laura Castelli e Tiziana Beghin, allo scopo di scoprire chi abbia suggerito alle due di prendere a lavorare con sé Pasquaretta (pur senza registrarlo tra i collaboratori ufficiali, visto che la sua nomina non compariva sul sito del ministero dell’Economia e delle Finanze probabilmente perché nessuno voleva mettere il cappello sull’assunzione di una persona già indagata per altri due reati).

Ieri in Aula a Torino la capogruppo del M5S, Valentina Sganga, si è spesa in un attacco durissimo nei confronti di «un personaggio salito sul carro dei vincitori, un’infezione venuta dall’esterno» su cui la sindaca ha «compiuto un errore di valutazione». Lei, la sindaca, è stata ascoltata dai magistrati su sua richiesta proprio per tornare a difendere Pasquaretta. Alla faccia dell’errore di valutazione.

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